Potrebbe trattarsi del primo focolaio umano da influenza aviaria quello che si sta verificando negli Stati Uniti dove alcuni operatori sanitari del Missouri stanno manifestando lievi sintomi respiratori dopo essere entrati in contatto con un paziente affetto da influenza aviaria: lo hanno reso noto le autorità sanitarie dopo i primi due contagi.
Il paziente, prima persona confermata ad aver contratto la malattia senza una nota esposizione ad animali, è guarito, ma il caso solleva interrogativi sulla potenziale trasmissione da uomo a uomo dell’influenza aviaria, che colpisce principalmente gli animali.
I Paesi stanno monitorando la sua diffusione attraverso un aumento dei test su persone e animali. Da tempo questo virus non è più appannaggio solo dei volatili: gli uccelli migratori lo hanno portato in tutto il mondo, e intanto è mutato e ha fatto il salto di specie, infettando anche i mammiferi. I primi sono stati quelli marini, più a contatto con gli uccelli malati, e i gatti che vivevano negli allevamenti focolai, poi si è passati alle mucche, mostrando la potenzialità del virus di infettare l’uomo anche attraverso il latte crudo, oltre che i cuccioli delle varie specie attraverso l’allattamento.
Il 6 settembre 2024 le autorità sanitarie del Missouri, Stati Uniti, hanno annunciato che un residente nello Stato aveva contratto l’influenza aviaria. Il paziente, che soffriva di importanti patologie pregresse, è stato ricoverato in ospedale in seguito alla comparsa di nausea, vomito, diarrea e debolezza, ma è poi completamente guarito ed è stato dimesso. L’uomo non aveva avuto contatti con alcun animale infetto: non era stata vicino a uccelli selvatici né a pollame, gatti, mucche da latte, né aveva bevuto latte non pastorizzato.
La sintomatologia
Le infezioni da influenza aviaria negli esseri umani possono causare da lievi disturbi del tratto respiratorio a malattie più gravi e letali.
Rafforzare i sistemi di sorveglianza
Fondamentale dunque, è monitorare, non sottovalutare i segnali ed essere preparati. In Italia non è stato registrato alcun caso umano di influenza aviaria A-H5N1 ma sarebbe rischioso abbassare la guardia: attualmente esistono due vaccini pre-pandemici per l’uomo basati su H5N1.