Un raro caso di contagio umano con l’influenza aviaria è stato confermato oggi dalle autorità sanitarie britanniche nel Regno Unito. “La persona che ha contratto l’infezione” lavorava in una fattoria “ed è stata a contatto con un vasto numero” di polli contagiati in un allevamento, ha precisato la Uk Health and Security Agency, assicurando che il rischio di una diffusione pubblica più ampia fra le persone comuni che non svolgono lo stesso mestiere “continua a essere molto basso”.  

La persona, il cui sesso non è stato reso noto e le cui condizione sono “buone”, è stata infettata in un allevamento dove era stata “a stretto e prolungato contatto con un gran numero di uccelli infetti”, si legge nella nota dell’Agenzia britannica (Ukhsa).

Lo scorso dicembre, il governo di Keir Starmer aveva disposto l’acquisto di cinque milioni di dosi di vaccino umano H5 contro l’influenza aviaria, nel timore che il virus possa causare una pandemia. 

La California dichiara lo stato di emergenza in risposta al caso di influenza aviaria in Louisiana (Getty)

In Usa cresce preoccupazione per malattia dei cervi deperimento cronico in 36 stati

Non solo l’aviaria. negli Stati Uniti e in Canada cresce la preoccupazione per un’altra malattia che colpisce gli animali: il deperimento cronico del cervo, malattia neurologica, fatale, che colpisce cervi e altri animali appartenenti alla stessa famiglia come gli alci. Nei giorni scorsi, con la scoperta del primo caso in Georgia, si è allungato a 36 il numero di stati in cui è stata riscontrata la malattia. Il deperimento cronico del cervo è una malattia causata da prioni, cioè proteine difettose, capaci di propagarsi e danneggiare soprattutto il sistema nervoso fino a causar la morte. 

In questo, la malattia è simile al morbo della mucca pazza. Può trasmettersi da un esemplare all’altro per contatto diretto o attraverso oggetti contaminati. Al momento non ci sono prove della capacità di infettare l’uomo, ma i Cdc americani raccomandano che quanti cacciano cervidi in aree in cui è presenti la malattia sottopongano a test gli animali e non consumino la carne se l’esemplare risulta positivo. Dal 1967, quando è stata identificata la prima volta, si è diffusa progressivamente, con un’accelerazione negli ultimi mesi che, al momento, l’ha portata a essere presente in 36 stati americani e in cinque province canadesi, sia in cervidi liberi sia animali in cattività. Oltre ai possibili effetti sull’uomo preoccupa l’impatto della malattia sugli animali: una ricerca condotta dal Wisconsin Department of Natural Resources e pubblicata nei giorni scorsi ha mostrato che nello Stato la diffusione della malattia da deperimento cronico del cervo ha ridotto drasticamente l’aspettativa di vita degli esemplari e, conseguentemente, sta causando una forte riduzione della popolazione di cervidi. 

Anche in Italia l’attenzione è massima. Il ministro per l’agricoltura, Francesco Lollobrigida, in sessione pubblica al Consiglio Ue Agrifish in corso a Bruxelles ha dichiarato che il il nostro Paese ha notificato alla Commissione europea “la richiesta di attivazione delle misure previste dal regolamento sull’organizzazione comune dei mercati per utilizzare i fondi della riserva agricola” per indennizzare gli allevatori danneggiati dal blocco delle attività produttive a causa della diffusione delle malattie animali, l’influenza aviaria e la peste suina africana. “In Italia – ha ricordato Lollobrigida – abbiamo messo in atto poderose misure di contrasto alla diffusione della peste suina africana, che stanno dando importanti risultati e che prevedono il coinvolgimento di tutte le autorità sanitarie nazionali e regionali, delle forze armate e della protezione civile. Anche sull’influenza aviaria – ha aggiunto – stiamo investendo importanti risorse sul miglioramento della biosicurezza e sulla divulgazione delle buone pratiche per evitare la diffusione del virus tra gli allevamenti“. Per il ministro “servono però risorse per indennizzare gli allevatori danneggiati dal blocco delle attività produttive e dal deprezzamento dei prodotti”, da cui la richiesta a Bruxelles di attivazione della riserva agricola.  

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