Un’infermiera 49enne impiegata in una Rsa della provincia di Modena è indagata dalla procura della città emiliana con le ipotesi di omicidio volontario pluriaggravato e falsità materiale e ideologica.

L’applicazione della misura interdittiva, è stata eseguita questa mattina ed è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari, dopo la denuncia presentata da una responsabile della struttura, in cui emergeva che il 31 maggio scorso, la donna, utilizzando una siringa vuota, avrebbe insufflato, a più riprese, aria nel midline collegato al braccio destro di una degente di 62 anni, affetta da sclerosi laterale amiotrofica e in regime di sedazione profonda con cure palliative, causandone, secondo l’ipotesi accusatoria, la morte. 

Ad averla notata, sarebbero stati alcuni colleghi dell’infermiera, hanno fatto sapere i carabinieri di Modena. Le indagini, estese anche al passato lavorativo dell’indagata, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a suo carico, anche in relazione alla falsificazione e all’alterazione di alcune cartelle cliniche e prescrizioni farmacologiche redatte dai medici, avvenute nelle Rsa in cui ha lavorato tra il 2020 e il 2021. In base a quanto ricostruito, la 49enne avrebbe apportato modifiche alle terapie dei pazienti della struttura, attraverso accessi abusivi al sistema informatico, con le credenziali dei medici.

Le ipotesi di reato che le sono state contestate sono quelle di omicidio volontario, aggravato dall’essere stato commesso con mezzo insidioso, con premeditazione, profittando di circostanze di luogo e di persona ricoverata in una struttura sociosanitaria residenziale e di falsità materiale e ideologica continuata commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, con l’aggravante, ancora, di aver commesso il fatto in danno di persone ricoverate in strutture sociosanitarie residenziali.

All’esito dell’interrogatorio di garanzia, per l’infermiera è stata disposta la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione di infermiera, operatrice sociosanitaria, assistente ad anziani, segretaria di studi medici o strutture sanitarie e ogni altra attività sanitaria per otto mesi.

La donna è anche indagata per aver esercitato abusivamente, in relazione alle modifiche ai piani terapeutici, la professione medica, accedendo al sistema e per la deliberata mancata somministrazione di farmaci ai pazienti ai quali erano stati prescritti e che, invece, venivano buttati ne contenitore dei rifiuti. In base a quanto riferito dalla procura di Modena, sono in corso approfondimenti investigativi in relazione ai decessi di altri pazienti, avvenuti nelle strutture sanitarie del Modenese dove a 49enne lavorava tra ii 2020 e i 2021.

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