Aria irrespirabile e insalubre per 25 città italiane su 98. È quanto emerge dall’ultimo rapporto ‘Mal’Aria di città 2025’, l’analisi di Legambiente dedicata al bilancio sullo smog nei capoluoghi di provincia per l’anno scorso e con l’obiettivo di offrire uno sguardo avanti al 2030 quando – di fronte alle nuove regole – “le città italiane sono drammaticamente impreparate”. Nel 2023 erano 18.

La soglia di legge per il Pm10 è fissata in 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo. “Nel 2024 – spiega l’associazione – 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10 (polveri sottili)”. La soglia di legge per il Pm10 è fissata in 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo. In testa alla classifica degli sforamenti ci sono “Frosinone (scalo) e Milano (Metro fermata Marche), maglie nere con 68 giorni di sforamenti, seguite da Verona (Borgo Milano) con 66, e Vicenza (San Felice) 64”.

Tra le altre città sotto la cappa dello smog ci sono “Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna”. Sforamenti registrati in più centraline nella stessa città sono il segno di un problema diffuso e strutturale in molte aree urbane.

Il superamento dei limiti – rileva Legambiente – “registrati in più centraline nella stessa città sono il segno di un problema diffuso e strutturale in molte aree urbane”. Inoltre “rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030 la situazione è ancora più critica: sarebbero fuorilegge il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per il biossido di azoto (NO2).

 

Inquinamento a Torino, Italia (Getty)

“Servono scelte coraggiose, il 2030 è alle porte”

È fondamentale investire nella mobilità sostenibile – ricordano da Legambiente – potenziando il trasporto pubblico e rendendo le città più vivibili, con spazi pedonali e ciclabili. “E’ urgente anche intervenire sul riscaldamento domestico e sull’agricoltura, riducendo l’impatto degli allevamenti intensivi e integrando le politiche su clima, energia e qualità dell’aria”.

Inquinamento a Torino, Italia (Getty)

Per uscire dall’emergenza smog servono “politiche strutturali che incidano tutti i settori corresponsabili dell’inquinamento”. 

Le priorità sono “ripensare la mobilità urbana potenziando con forza il trasporto pubblico e fermando progressivamente i veicoli più inquinanti nei centri urbani, creando una rete diffusa di aree pedonali e percorsi ciclopedonali, perseguendo il modello della città dei 15 minuti, creando Low emission zones e usando politiche come Città30, accelerare la riconversione degli impianti di riscaldamento, intervenire sul settore agrozootecnico, specialmente nel bacino padano, integrare le politiche su clima, energia e qualità dell’aria. Anche quest’anno, Legambiente rilancia la petizione online ‘Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!’, con cui chiede “al governo interventi urgenti per contrastare l’inquinamento atmosferico, a partire da nuove misure per la mobilità e dall’uso dello spazio pubblico”.

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