Ad annunciarlo è il club spagnolo con un comunicato sul proprio sito: “Il Real Madrid CF comunica che il Tribunale Investigativo n. 3 di Palma di Maiorca ha emesso oggi una sentenza di condanna nei confronti della persona che, dal suo posto sugli spalti dello stadio ‘Son Moix’, ha rivolto insulti razzisti contro il nostro giocatore Vinicius Júnior durante la partita tra Maiorca e Real Madrid del 5 febbraio 2023. L’imputato è stato riconosciuto colpevole di due reati contro l’integrità morale, aggravati dall’aver agito con motivazioni razziste, commessi contro Vinicius Júnior, e anche contro il giocatore Samu Chukwueze, all’epoca giocatore del Villarreal, che dalla stessa persona aveva subito insulti simili nello stadio di ‘Son Moix’, due settimane dopo”.

“Il tribunale ha condannato l’imputato a dodici mesi di reclusione, condannandolo anche a non accedere per un periodo di tre anni agli stadi di calcio dove si disputano le partite della Lega Nazionale Professionistica di Calcio e della Reale Federcalcio Spagnola – continua il comunicato  del Real -. La sospensione della pena detentiva è stata subordinata all’imputato, che ha chiesto scusa e ha mostrato il suo rammarico con una lettera indirizzata a Vinicius Júnior, partecipando a un programma di parità di trattamento e non discriminazione

Si tratta della terza condanna penale pronunciata negli ultimi mesi per insulti razzisti ricevuti da giocatori del Real Madrid”

“Il razzismo mi toglie la voglia di giocare”

Durante la conferenza stampa alla vigilia dell’amichevole tra il Brasile e la Spagna, giocata lo scorso marzo al Bernabeu, l’attaccante del Real Madrid era scoppiato in lacrime commentando gli insulti razzisti che spesso gli vengono riservati: Penso che sia qualcosa di molto triste quello che sta accadendo in ogni partita e non riguarda solo me, non riguarda solo la Spagna, succede in tutto il mondo. Il razzista è libero, non viene denunciato, io lotto affinché nel prossimo futuro non succeda più a nessuno quello che sto vivendo io. Voglio che le cose cambino, che quando vengo a parlare con la stampa non debba parlare di questo. A volte mi viene meno la voglia di giocare ma ho il sostegno della mia famiglia e quella tranquillità mentale che mi permette di essere qui e parlare a nome di così tante persone”.

La solidarietà

Il razzismo nei confronti del calciatore era diventato anche un caso politico. La statua del “Cristo Redentore” spenta in segno di solidarietà, numerosi anche gli interventi dei leader politici brasiliani in difesa dell’attaccante, stella del Real Madrid, che in diversi stadi della Liga spagnola è diventato il bersaglio preferito dei razzisti come da lui stesso denunciato sui social.

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