Come riporta la “Rosea” la novità sulla proprietà dei terreni potrebbe arrivare in tempi molto stretti perché il viaggio effettuato a Roma dai dirigenti dei due club e dagli emissari delle due proprietà, in cui c’è stato l’incontro con i rappresentanti di Ministero della Cultura e Soprintendenza, è stato positivo e ha accelerato l’iter sulla valutazione che l’Agenzia delle Entrate dovrà fare sui terreni e sullo stadio. La cifra è oggi nota e si aggirerà, al lordo delle tasse, intorno ai 175-200 milioni di euro. E la cifra comprenderà sia l’attuale struttura che i terreni limitrofi rendendo di fatto tutta l’area di San Siro di proprietà (se acquistata) dei due club.
Paolo Scaroni, AD del Milan (Getty)
La cifra sarà ufficializzata ai due club entro metà novembre, passo fondamentale e ultimo per intraprendere l’iter della “manifestazione di interesse” che darebbe il via al lungo percorso dei lavori. Secondo quanto filtra, anche se non da valutazioni ufficiali, per il Milan la cifra è ritenuta troppo alta, per l’Inter invece la cifra è eccessiva, ma degna di essere approfondita. L’iter è comunque ancora molto lungo anche se tutto dovesse andare per il verso giusto, nella migliore delle ipotesi la posa della prima pietra non sarà prima della seconda metà del 2026.
Sindaco di Milano Sala Ansa (Ansa)
Comunque, Il nuovo stadio si farà, ma l’indicazione o meglio l’intenzione delle ultime ore, fra fastidi non troppo celati di figure istituzionali, non sarà fuori dalla città di Milano e, anzi, sarà salvo sorprese accanto all’attuale Giuseppe Meazza in San Siro. Niente Rozzano e niente San Donato, anche se il presidente rossonero Scaroni si stia tenendo una porta aperta sul progetto nell’hintelrand milanese. Come? La risposta lo hanno data da tempo i club al comune quando hanno rifiutato l’opzione della ristrutturazione con WeBuild dell’attuale impianto. Quindi ora ci sono due importanti novità: la prima è che non ci sarà la demolizione totale del Meazza, e la seconda è che i terreni e l’impianto dovranno diventare di proprietà privata così da bypassare i problemi con la comunità milanese.
Giuseppe Marotta (GettyImages)