
Questa mattina la chef stellata Antonia Klugmann, dopo una notte da incubo a causa dell’alluvione nel suo ristorante, ha parlato a RaiNews24. Ha raccontato come l’acqua e il fango sono entrati nei locali e come si sia per ora salvato il vigneto (l’intervista nel video). Successivamente la ristoratrice dell’Argine a Vencò, una stella Michelin, nota al grande pubblico per aver partecipato da giudice a Masterchef, ha parlato anche all’agenzia Ansa, alla quale ha confidato preoccupazione e parole molto dure sulla necessità di curare il territorio nel nostro fragile Paese.
“Normalmente non affronto temi che esulano dalla mia competenza, non è nel mio stile, ma dopo una notte così, quando sento parlare di miliardi spesi per il ponte di Messina e nulla per un’emergenza collettiva, che riguarda ogni regione d’Italia, penso che quella proposta sia dura da sostenere. Bisogna decidere che cosa è più importante: secondo me è la sicurezza dei cittadini e di tutto ciò che ci circonda”, ha detto all’Ansa.
“Io e mia sorella Vittoria, prima di ogni altra cosa, vogliamo esprimere vicinanza alle famiglie dei due dispersi e alle trecento persone che sono state evacuate dalle loro abitazioni – ha precisato Klugmann -. Noi abbiamo avuto danni materiali gravi, ma le famiglie di Brazzano stanno vivendo un incubo e una tragedia personale. Detto questo, quando è iniziata l’emergenza la sala era piena. Abbiamo evacuato lo staff e tutti i clienti e abbiamo messo immediatamente i sacchi a protezione della cucina”.
Una misura che ha solo rinviato l’allagamento: “Dopo pochi minuti la sala si è riempita di fango e la cucina è stata letteralmente sommersa. Sono state nuovamente danneggiate le stanze al piano terra che avevo riaperto da una settimana dopo un anno e mezzo dalla precedente esondazione”. “C’è da fare un ragionamento strutturale sul territorio, prendendo coscienza del fatto che le cose stanno cambiando – rinnova il suo appello Klugmann -. È inutile parlare di turismo, di paesaggio in un meraviglioso paese come il nostro se prima non si fa un ragionamento di sicurezza generale. Il paesaggio attorno a noi non è decorativo, il senso stesso del nostro Paese, è la nostra identità. Da parte nostra, abbiamo investito decine di migliaia di euro, solo quest’anno, per la sicurezza. Abbiamo fatto la nostra parte come privati cittadini, abbiamo risistemato tutte le camere ma non è servito a nulla perché siamo piccoli. È del tutto inutile che un privato investa tempo e denaro a difesa della propria struttura se poi basta così poco per trovarci nuovamente punto e a capo”.