Dopo la decisione della Consulta che ha bocciato la legge elettorale della Campania che avrebbe permesso a Vincenzo De Luca un terzo mandato, e le spiegazioni esaustive in merito anche del presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso, ora si apre il caso Friuli Venezia Giulia con Fedriga. Quest’ultimo, che governa appunto una Regione a statuto speciale, sa che a mettere il freno al suo terzo mandato ci sono i suoi alleati di Fratelli d’Italia e, anche se più tiepidi, quelli di Forza Italia.
“Mi piace molto fare il presidente di regione e rispondere alla mia terra”, ha detto ieri Fedriga con la cautela di chi passeggia sulle uova. “La sentenza della Corte costituzionale sancisce che le regioni a statuto ordinario devono stare dentro il limite dei mandati, ed esclude le regioni a statuto speciale, compreso quindi il Friuli Venezia Giulia. Adesso sarà il Consiglio regionale ad occuparsene, spetterà alla volontà dei consiglieri se approvare il terzo mandato”.
Più determinato invece il collega leghista Luca Zaia che incassa, ma non molla: “dal punto di vista giuridico il caso è chiuso. Resta il nodo politico perché la disparità di trattamento è palese e non ha alcuna giustificazione“, lo ha detto oggi al Corriere della sera. A chi gli chiede se la decisione della Corte lo abbia fatto arrabbiare, replica: “Assolutamente no, non mi aspettavo onestamente un colpo di scena, ne ho viste di tutti i colori, trovo però ipocrita questo modello tutto italiano per cui esistono limiti di mandato solo per alcuni presidenti di Regione e alcuni sindaci“.
Sulla vicenda Trentino, dove il leghista Fugatti ha fatto approvare una legge che gli consentirà un terzo mandato, commenta: “Sono felice per lui. E spero che anche Fedriga in Friuli Venezia Giulia abbia quest’opportunità. Ma il nodo politico c’è tutto”. A chi gli fa notare che il governo potrebbe impugnare la legge trentina, risponde: “Se dovesse succedere sarebbe un grave errore politico. Spero non lo facciano”.
E sul futuro della regione che governa da tre mandati: “Non è lesa maestà chiedere che il Veneto rimanga leghista“.