Con la manovra economica del governo, le imposte per i ceti medi salgono o scendono? La polemica è aperta.
A innescarla sono Repubblica e altri giornali. Leggono la relazione alla manovra dell’Ufficio parlamentare di bilancio e scoprono che sui redditi medi, in modo particolare tra i 32 e i 40mila euro c’è una aliquota aggiuntiva che alza la tassazione invece di diminuirla. In termini generali è vero, l’aliquota c’è ed è del 12%. Ma nella giornata di ieri è poi intervenuto il Mef che ha spiegato come quella aliquota, per quei redditi, va a sostituire una serie di anomalie precedenti che la rendevano ancora più alta di quel 12% fissato nella manovra. Quindi, per il Mef, l’aliquota complessiva scende e non c’è nessuna “beffa” per la classe media.
Ministero dell’Economia e Finanze ((Contrasto))
Sostiene il ministero dell’Economia che “il combinato effetto del taglio del cuneo, detrazioni e tagli fiscali contenuti nella manovra economica 2025 porta vantaggi economici incontrovertibili su tutti i redditi fino a 40mila euro”.
Repubblica affermava invece che l’aliquota dei redditi da 32 a 40mila euro subisce una tassazione maggiore dell’attuale. “Si prende in esame un dato parziale senza considerare l’insieme delle misure che recano benefici fiscali in favore dei redditi medi”, insiste il ministero.
La riforma dell’Irpef e la legge di bilancio fa discutere la politiche (Ipa)
“Non è vero” – dice la nota – che le misure in manovra determinano un maggior prelievo sul ceto medio, cioè i dipendenti con reddito tra 32.000 e 40.000 euro: “Il prelievo fiscale per i lavoratori dipendenti che ricadono nel suddetto intervallo di reddito diminuirà grazie agli interventi in esame.”
Si tratta di interventi che fanno riferimento al 2024, anno in cui erano in vigore provvedimenti temporanei, “con riferimento alla normativa precedente”. Inoltre, “la variazione del carico fiscale è definita dall’aliquota media; l’aliquota marginale, invece, ha rilevanza per valutare la propensione dei contribuenti a effettuare o meno lavoro aggiuntivo”, puntualizza il Mef, ricordando che l’aliquota media Irpef che grava sui redditi pari a 32 mila, 35 mila e 40 mila euro “diminuisce per effetto sia della detrazione aggiuntiva prevista nel Ddl bilancio sia della riduzione della seconda aliquota Irpef dal 25% al 23%”.