E’ Israele a non volere una soluzione a due Stati che metta fine per sempre al conflitto con i palestinesi. A sottolinearlo è stato Ali Baraka, uno dei nuovo leader di Hamas, in un’intervista per il programma ‘5 minuti’ di Bruno Vespa.  Il premier israeliano Benjamin “Netanyahu ha dichiarato più volte che non accetterà mai uno stato palestinesi a ovest del fiume Giordano. L’attuale governo estremista di Israele considera la Cisgiordania come Giudea e Samaria, come il cuore di Israele. È il governo israeliano che impedisce la soluzione dei due Stati”, ha spiegato.  Barak ha poi riconosciuto il ruolo del presidente Donald Trump nella tregua a Gaza. “Non è questione di fidarsi di Trump. Tutti sanno che l’unica a poter influenzare Israele è l’amministrazione americana e ora l’amministrazione americana è Trump”, ha detto. “Netanyahu ha accettato l’accordo per terminare questa guerra perchè c’è stata la pressione dell’America”, ha sottolineato. Ma gli Usa hanno avuto un ruolo anche nel sostenere la guerra. “I responsabili sono gli occupanti sionisti e coloro che li sostengono”, ha detto, “ci sono 70mila palestinesi martirizzati in questa guerra, per la maggior parte donne e bambini, uccisi dall’esercito israeliano sostenuto dall’amministrazione Usa”. Il conflitto, poi, “non è iniziato il 7 ottobre: l’occupazione esiste dal 1948”, ha ricordato, “le uccisioni non si sono mai fermare, la giudeizzazione non si è mai fermata”. L’esponente di Hamas ha poi difeso l’operato dei miliziani anche dopo la fine della tregua, comprese le esecuzioni sommarie. “Hanno avuto luogo una settimana dopo l’inizio del cessate il fuoco e sono state compiute dalla polizia palestinese contro ladri, agenti dell’occupazione israeliana, contro chi rubava aiuti umanitari che entravano a Gaza. E contro chi ha ucciso civili palestinesi e gli ha obbligati a emigrare”, ha detto, “la polizia ne ha arrestati alcuni e li ha giustiziati per impartire agli altri una lezione”.

Condividere.
Exit mobile version