La Turchia “non sarà consegnata al terrorismo di strada”, minaccia il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in riferimento alle proteste che si sono tenute in questi giorni contro l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, ritenuto il suo principale rivale alle prossime presidenziali (2028).

“La via che il presidente del Chp (il Partito popolare repubblicano, che fu di Atatürk ed è il maggior movimento di opposizione a Erdogan, ndr) ha indicato, non dimenticatelo, è un vicolo cieco” ha aggiunto il capo dello Stato, come riferisce Anadolu. Erdogan lo ha detto dopo che Özgür Özel, presidente del Chp, ha convocato nuove manifestazioni per questa sera, dopo quelle tenutesi ieri nella metropoli sul Bosforo e in altre città del Paese.

La prefettura di Istanbul ha comunicato, intanto, di avere chiuso per 24 ore le principali strade che portano verso la sede del Comune, dove è in programma questa sera una manifestazione contro l’arresto di İmamoğlu, in custodia in base a varie accuse tra cui corruzione e terrorismo.

Sono bloccate tutte le principali strade della penisola storica della città, dove si trova il Comune, in piazza Sarachane, e la zona è presidiata da centinaia di agenti di polizia e mezzi blindati. Anche la centrale piazza Taksim è completamente transennata e presidiata da agenti.

Nonostante i divieti a tenere manifestazioni, come anche ad Ankara e Smirne, il maggior partito di opposizione ha convocato manifestazioni questa sera per solidarietà e vicinanza al primo cittadino, temuto come rivale dal presidente Erdogan, nella zona del comune, dove già nei giorni scorsi migliaia di persone hanno partecipato a proteste e si sono verificati scontri.

Il sindaco: “Non restate in silenzio”. L’arresto pochi giorni prima delle primarie

Ekrem İmamoğlu è stato arrestato l’altro ieri insieme a decine di suoi collaboratori, rappresentanti eletti e membri del suo partito, con l’accusa di “corruzione”. L’agenzia statale Anadolu ha citato anche le accuse di “terrorismo” e di “aiuto al PKK”. Il diretto interessato ieri ha chiesto ai membri della magistratura di “non restare in silenzio” e di reagire rispetto al suo caso. “Dovete reagire e prendere precauzioni contro questa manciata di colleghi che stanno rovinando la magistratura turca, svergognandoci di fronte al mondo intero e distruggendo la nostra reputazione. Ho fiducia nella grande magistratura turca. Non potete e non dovete restare in silenzio” ha affermato Imamolgu, tramite i suoi avvocati, in un messaggio su X.

İmamoğlu, 53 anni, fu eletto sindaco della più grande città della Turchia nel marzo 2019, sancendo una storica sconfitta per Erdogan e per il suo partito, che aveva controllato la metropoli turca per un quarto di secolo. Il partito del presidente ha fatto pressioni per annullare i risultati delle elezioni comunali nella più grande città del Paese, sostenendo che si fossero verificate irregolarità. La contestazione ha portato a una ripetizione del voto pochi mesi dopo: il candidato repubblicano rivinse. ha mantenuto il suo seggio dopo le elezioni locali dello scorso anno, durante le quali il suo movimento ha ottenuto significativi risultati contro Erdogan.

La mossa della procura di Istanbul, che ha arrestato il sindaco, insospettisce per il tempismo: il prossimo 23 marzo erano in programma le elezioni primarie del Chp, in vista delle quali Imamoğlu si sarebbe candidato (ed era indicato come favorito per la candidatura alla presidenza).

Proteste e cortei ieri e oggi. L’Akp: “Stupido parlare di golpe civile”

Centinaia di studenti hanno manifestato ieri per protestare contro l’arresto di Imamoğlu. Gli studenti dell’Università di Istanbul hanno marciato chiedendo le dimissioni del governo a Beyazit, il quartiere dove si trova l’ateneo, mentre all’Università Galatasaray è stato appeso uno striscione e anche gli studenti dell’Università Dokuz Eylul di Smirne, sulla costa del Mare Egeo, hanno manifestato a sostegno del sindaco, riferiscono i media locali. A Istanbul, gli studenti hanno sfidato il divieto a manifestare, valido fino a domenica 23, imposto il 19 marzo dalla prefettura. E il maggior partito di opposizione, di cui fa parte il sindaco, continua a convocare manifestazioni davanti alla sede del Comune di Istanbul.

Il partito di governo Akp di Erdogan, invece, ha dichiarato ieri di non avere informazioni riguardo al caso del sindaco: “Quello che devono fare i politici è monitorare il processo giudiziario, perché nessuno di noi ha informazioni sul contenuto del fascicolo” sul caso di Imamoglu, ha affermato il portavoce dell’Akp, Omer Celik, respingendo le critiche del Partito popolare repubblicano, che aveva definito l’arresto del sindaco come un “golpe civile” contro la volontà popolare, criticando Erdogan. “Menzionare il nome del nostro presidente e del nostro partito accanto a un’espressione come ‘colpo di stato civile’ è il colmo della stupidità politica” ha detto Celilk.

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