Dopo due mesi di crescita congiunturale, rileva l’Istat, l’indice destagionalizzato della produzione industriale registra, a luglio, una diminuzione; questa è diffusa ai principali comparti, con l’esclusione dell’energia. Risulta negativo anche l’andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi.

La produzione industriale è calata in modo consistente da maggio 2022 a luglio 2024: nel periodo – secondo la Nota Istat sull’andamento dell’economia italiana “la riduzione complessiva dell’indice è stata pari al 6,7%”. Il calo non è stato uniforme tra i diversi settori industriali. Nel periodo da maggio 2022 a luglio 2024, si è registrato un calo più accentuato per il settore tessile, abbigliamento e pelli (-25,0%) e per quello del legno (-20,7%), che “hanno probabilmente risentito delle dinamiche inflazionistiche e della diminuzione del potere d’acquisto dei consumatori.”

A luglio 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce dello 0,9% rispetto a giugno. Al netto degli effetti di calendario, a luglio 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 contro i 21 di luglio 2023). Nella media del periodo maggio-luglio, spiega l’Istat,  si registra un calo del livello della produzione dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l’energia (+2,3%); mentre cala per i beni intermedi (-0,7%), i beni strumentali (-1,2%) e i beni di consumo (-2,3%). 

Al netto degli effetti di calendario, a luglio 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 contro i 21 di luglio2023).   Si registrano incrementi tendenziali solo per l’energia(+1,5%); calano, invece, i beni intermedi (-2,8%) e in misura più accentuata i beni strumentali (-4,2%) e i beni di consumo(-5,2%).      Su base annua soffrono soprattutto il comparto tessile e quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto. 

I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori  – spiega l’Istat – sono la fabbricazione di prodotti chimici (+3,9%), le industrie alimentari, bevande e tabacco(+2,5%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria(+1,9%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-18,3%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-11,4%) e nell’attività estrattiva (-5,9%). 

Crolla la produzione dell’industria tessile in Italia: a luglio il comparto industriale tessile abbigliamento ha registrato un calo della produzione del 6,3% su giugno e del 18,3% sul luglio del 2023 considerati i dati corretti per gli effetti di calendario.

Secondo l’Istituto nei primi sette mesi dell’anno si è registrato un calo della produzione del 10,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente.  Si è avuto un calo consistente anche per la fabbricazione dei mezzi di trasporto con un -3,0% della produzione su giugno, un -11,4% sull’anno e un -8,1% nei primi sette mesi a confronto con il periodo gennaio luglio 2023. 

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