«Le star? Qualcuno da fotografare ci sarà», dice il presidente Gian Luca Farinelli. Diciotto film in gara, tre gli italiani. Apre Paola Cortellesi. Doppia Monica Bellucci, da Diabolik a Maria Callas. Lo sciopero di Hollywood si fa sentire
ROMA Alla inevitabile domanda sulla presenza delle star, il presidente della Festa del Cinema di Roma (18-29 ottobre) Gian Luca Farinelli, fa l’appello di chi ci sarà e dice condendo la bonomia emiliana con un velo di stizza: «Qualcuno da fotografare ci sarà». E allora ecco in salsa franco-belga Binoche, Triet, Lindon, Cécile de France e tra Parigi e Roma Valeria Bruni Tedeschi. Poi Jasmine Trinca, Albanese, Ozpetek con Nuovo Olimpo, Mastandrea, Margherita Buy per Volare (esordio alla regia), Paola Cortellesi che apre con C’è ancora domani.
Alba Rohrwacher ha l’atteso
Mi fanno male i capelli di Roberta Torre, in cui l’attrice, bionda per l’occasione, vede Monica Vitti come una proiezione di se stessa, si identifica, crede di essere una sua proiezione e alo specchio dialoga con Mastroianni, con Sordi, con Antonioni. E il titolo cita la battuta cult che il regista, riprendendo una poesia di Amelia Rosselli, affidò a Monica Vitti. E però: «Non è un film su di lei, ma sulla perdita e l’invenzione della memoria», dice la direttrice artistica Paola Malanga che va di corsa con fare sbrigativo. Monica Bellucci fa discorso a sé, eccola in Diabolik chi sei? (capitolo finale dei Manetti) e nel documentario sui suoi tre anni teatrali in compagnia di Maria Callas. Il regista è Tom Volf che presenta inoltre, per la prima volta a colori, il film sul debutto tardivo, a 35 anni, della Callas (nel centenario della nascita) all’Opéra di Parigi, nel 1958, davanti a Pompidou, Chaplin, Bardot, dove Maria mostrò la sua modernissima, ieratica gestualità.
Diciotto i film in concorso, tre italiani: oltre a Cortellesi e Torre, Edoardo Gabriellini. Fuori gara invece «Te l’avevo detto» di Ginevra Elkann con un grande cast, tra cui Valeria Golino, Danny Huston. Malanga ha diviso la selezione tra «film buoni che abbiamo voglia di vedere e non buoni, non ci sono quote rosa di nessun genere, né femminili né corsie preferenziali per gli italiani». Lo sciopero di Hollywood ha avuto naturalmente impatto, «è una protesta epocale che coinvolge non solo i talent USA ma anche quelli degli altri paesi che vivono lì. A Roma ci saranno quelli che possono venire». Fra strusci e baci a pioggia, si dice che la Festa fotografa le anime di Roma, un grande bazaar, il cinema poetico di Miyazaki (Il ragazzo e l’airone) e i numeri di nuove puntate di Mare fuori. Le serie: Archibugi per La Storia da Elsa Morante, Genovese dal bestseller I leoni di Sicilia, Tornatore con l’inedito Camorrista girato a 29 anni (in altro formato fu l’esordio al cinema). Le retrospettive, gli omaggi, non si lascia nessuno per strada, Fellini, Godard, Losey, Ugo Gregoretti, Dario Argento…
La Festa è la città delle donne: premio alla carriera a Isabella Rossellini, Emma Dante in Misericordia…Gli uomini sono tra parentesi, il debutto alla regia di Michele Riondino e un ruolo serio per Christian De Sica. Fili rossi per film noir, grotteschi e musicali. Zucchero, il restauro di Ciao ni’ di Renato Zero, Giorgio Gaber, il concerto degli U2 del ’97 a Sarajevo, documentario con materiali inediti su Keith Richards e quello di Trudie Styler su Napoli (c’è l suo consorte, Sting). Attesa per The Performance (da Arthur Miller) con Jeremy Piven. «Sento sempre parlare di crisi, ma non esiste un’arte più in forma del cinema – dice Farinelli – un’edizione enorme, un programma radicato nella bellezza di Roma». La Festa compie 18 anni, per le vicissitudini politiche passate ne dimostra il triplo.
22 settembre 2023 (modifica il 23 settembre 2023 | 13:34)
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