Sulla missione Unifil “la linea rossa è che tutti i partner devono garantire la sicurezza di questi soldati. Su questo sono stata molto chiara con tutti i miei interlocutori,  perché è personale internazionale, anche sul piano umano sono uomini e donne che non vedono i loro figli, che non passano Natale a casa, che stanno qui per aiutare altre nazioni per la loro stabilizzazione e quindi il rispetto per questi uomini e per queste donne è il minimo che mi aspetto”. Lo ha detto Giorgia Meloni, in un punto stampa a Beirut dopo l’incontro con il premier libanese.

La premier Meloni: “Con la morte di Sinwar si apre una stagione nuova, ora serve sforzo Israele”.

“Siamo venuti qui soprattutto a ribadire l’impegno di italiano per un cessate il fuoco. L’Italia si è fatta promotrice, insieme ad altre nazioni, di una proposta di cessate il fuoco per 21 giorni. Credo che adesso serva uno sforzo da parte israeliana”. Così la presidente del Consiglio.

“Ho incontrato Re Abdallah di Giordania,  volevo portare la vicinanza e il rispetto dell’Italia a una nazione  che è oggettivamente fondamentale per la stabilità del Medio Oriente, e che anche in questa difficile fase sta dimostrando la sua capacità  di utilizzare pragmatismo, di essere moderata. Una nazione che è molto importante soprattutto per il sostegno alle popolazioni civili”. Così Giorgia Meloni. “Il re di Giordania e il suo governo stanno pensando a nuovi strumenti molto concreti, particolarmente per aiutare le popolazioni civili di Gaza alle quali ovviamente l’Italia ha garantito il suo pieno supporto. Del resto abbiamo già lavorato insieme nell’iniziativa ‘Food For Gaza’ che ci ha permesso di consegnare quarantasette tonnellate di generi alimentari nella Striscia. Con il re di Giordania abbiamo ovviamente affrontato, oltre alla crisi in atto, anche la questione dei profughi siriani che sta impattando pesantemente sia in Giordania che in Libano. Ovviamente in Giordania ne sono registrati seicentomila ma ne sono stimati il doppio in una nazione di 10 milioni di abitanti. In Libano parliamo di circa un milione e cinquecentomila rifugiati in una nazione di circa cinque milioni di abitanti e ovviamente questa  questione deve essere affrontata dalla comunità internazionale”.        

“Sui profughi siriani l’Italia è al lavoro già da tempo – dice Meloni – lo abbiamo fatto anche durante questo Consiglio europeo. Abbiamo fatto del nostro meglio per favorire un percorso del quale stiamo parlando soprattutto con i giordani, che possa piano piano costruire le condizioni perché questi rifugiati possano tornare in Siria, chiaramente in condizioni di sicurezza, chiaramente sotto l’ombrello della comunità internazionale e volontariamente, ma è sicuramente una  delle questioni che vanno affrontate se si vuole aiutare queste  nazioni. Ovviamente la questione dei profughi siriani impatta anche in Libano, così come quella degli sfollati, una situazione altrettanto complessa sulla quale l’Italia ha già dimostrato la sua disponibilità. Noi immediatamente all’indomani della inizio dell’escalation in Libano abbiamo deliberato ulteriori diciassette milioni di aiuti per le popolazioni colpite, per le popolazioni civili. C’è da fare di più. C’è da coinvolgere credo il livello europeo e anche su questo abbiamo dato la nostra piena disponibilità. Dopodiché io sono fiera di essere stato il primo capo di governo a venire qui in Libano dopo l’inizio dell’escalation”.

“Ho sentito Netanyahu anche la settimana scorsa, penso che anche all’esito di questa mia visita tornerò a chiamare il primo ministro di Israele”.

Condividere.
Exit mobile version