Ieri pomeriggio la Life Support di Emergency ha recuperato 2 corpi senza vita che erano alla deriva in acque internazionali della zona Sar (Search and rescue)libica.

L’allarme era stato dato giovedì da Sea-Watch, dopo che il suo velivolo Seabird aveva filmato uno dei corpi individuandone anche altri 5 in acque internazionali della zona Sar libica.

“Siamo in mare per salvare vite, è davvero doloroso dover invece recuperare cadaveri”, commenta Anabel Montes Mier, capomissione della Life Support. 

“Non sappiamo cosa sia successo -prosegue Montes Mier – ma possiamo supporre che ci sia stato un naufragio di una imbarcazione in pericolo di cui non si aveva notizia, o che invece il caso fosse stato segnalato ma sia rimasto per troppi giorni senza risposta, oppure ancora che ci sia stata un’intercettazione da parte della cosiddetta Guardia costiera libica o di altri libici e che alcune persone si siano buttate in mare per non essere riportate in Libia. Quello che sappiamo per certo, invece, è che è disumano che Italia ed Europa appaltino la gestione dei flussi di migranti a Paesi Terzi che vìolano sistematicamente i diritti umani delle persone in movimento”.

Dato l’avanzato stato di decomposizione non è stato immediatamente possibile determinare il sesso dei due corpi. “Viste le loro condizioni – aggiunge Umberto Marzi, medico a bordo della Life Support – possiamo presumere che siano rimasti in acqua non meno di una settimana”.   Alla nave di Emergency è stata assegnata Augusta come porto di sbarco per le salme, dove l’arrivo è previsto per domenica 29 giugno.

La Life Support ha concluso il recupero di due dei sei corpi poco dopo le 16 di ieri. “Dal ponte della nave abbiamo individuato il primo corpo senza vita alle 14.30 italiane grazie alla posizione condivisa dal velivolo Colibri’ 2 di “Pilotes Volontaires” e lo abbiamo recuperato alle 14.54 – spiega Jonathan Nani’ La Terra, Sar Team Leader della Life Support – mentre il secondo corpo ci e’ stato indicato sempre da Colibri’ 2 che era in volo e per segnalarcelo ha compiuto diversi giri in aria sopra la posizione, lo abbiamo individuato alle 15.42 e concluso il recupero alle 16.08. E’ la prima volta che la Life Support deve recuperare dei cadaveri ed è terribile per tutti, ma almeno si potra’ provare a identificarli e le loro famiglie avranno certezza della loro sorte”.

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