Spesso nella vita degli scrittori, pensatori, scienziati ci sono dei pensieri assillanti, un tarlo che non li lascia andare. Abbiamo chiesto ad Anil Seth, professore di Neuroscienze cognitive e computazionali presso l’Università del Sussex e condirettore del Programma di ricerca Cervello, mente e coscienza del Canadian Institute for Advanced Research.uno dei massimi ricercatori nel campo della scienza della coscienza, cos’è che assilla un neuroscienziato

Questa è la sua risposta.

Due cose, la prima è un qualcosa penso assilli chiunque. Lo studio della coscienza è incentrato sulla coscienza, sull’esperienza, e anche su quando questa viene meno, con la morte. In genere è un retropensiero, ma quando studi la coscienza non puoi non farlo, ti ci confronti quotidianamente. La seconda cosa che mi assilla è che non capiremo mai veramente come questa incredibile macchina biologica che abbiamo nella nostra testa possa generare esperienza così ricche da farci pensare che la vita meriti di essere vissuta. Spero lo capiremo, ma temo che non accadrà”.

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