La vita senza direzione dell’adolescente Desiré si apre faticosamente a uno sguardo possibile nell’Istituto per minori di Nisida. Il primo lungometraggio di Mario Vezza, prodotto da Cinemafiction, dopo l’anteprima alla Camera dei Deputati, importante promemoria per le istituzioni, è nelle sale con più proiezioni previste anche nelle scuole e nelle carceri.

Storia di formazione emotiva che nasce da esperienze di lavoro proprio con i minori detenuti. “Un gruppo di persone che si occupava di scrittura creativa e corsi di teatro, spiega il regista. Pensavamo di fare un documentario poi la decisione di realizzare un film”. Film premiato nella sezione ‘Alice nella città’ della Festa del Cinema di Roma, set che è stato anche per i giovani interpreti, come la protagonista Nassi Zanre, luogo di crescita.

Nassi, oggi ventenne studentessa di moda e design, arrivata a 3 anni ad Aversa con la famiglia dal Burkina Faso, dice “Recitare per la prima volta e farlo a Nisida mi ha reso capace di vedere la vita sotto un’altra prospettiva”. Enrico Lo Verso è Carmine, l’educatore che anni prima il teatro ha salvato e che ora mostra una strada, sapendo che le facili soluzioni non esistono ma resta il percorso in una storia dal finale aperto a più interpretazioni.

“Il film, dice Mario Vezza, nasce da un paradosso. Il fatto che a volte bisogna delinquere per scoprire degli strumenti di miglioramento”. Maurizio Braucci, che ha collaborato alla sceneggiatura e da molti anni lavora con adolescenti in contesti difficili, ricorda che “La chiave è un po’ che istituzioni e associazioni lavorino in sintonia altrimenti è come giocare a calcio in 3 contro 11. Si perde sempre”.

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