Dal restyling del Pirellino ai cosiddetti “nove nodi”, gli svincoli tra la città e l’hinterland, passando per il Villaggio Olimpico per finire con il discusso progetto dell’abbattimento dello stadio Meazza. Tocca le operazioni immobiliari più ambiziose dell’ultimo decennio l’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica a Milano. Progetti da centinaia di milioni di euro, alcuni ancora soltanto sulla carta, altri già realizzati o in fase di realizzazione, che stanno trasformando il capoluogo lombardo nella città cosmopolita dei grattacieli dalle forme avveniristiche.

Rientra nel completamento di Porta Nuova, primo quartiere al mondo ad avere ottenuto la doppia certificazione per la sostenibilità ambientale e sociale, la ristrutturazione del Pirellino, l’immobile ceduto nel 2019 per 194 milioni di euro dal Comune di Milano a Coima. Dopo trenta mesi di attesa la società di Manfredi Catella, per il quale la procura di Milano ha chiesto i domiciliari, ha provveduto a semplificare il progetto, mantenendo la destinazione originaria e l’edificio a ponte nello stato attuale, per procedere con il rilascio del titolo abilitativo e l’avvio del cantiere, che però è ancora fermo. 

Nelle oltre quattrocento pagine della richiesta di misure cautelari della Procura di Milano si parla anche del Villaggio Olimpico, parte della più ampia riqualificazione dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana. Sei palazzine che, dopo i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026, saranno riconvertite nel più grande studentato d’Italia con 1.700 posti letto convenzionati, di cui il 30% a tariffa agevolata. L’apertura è prevista a partire dall’anno accademico 2026/2027, nel mese di settembre.
Nelle carte giudiziarie si parla anche del “patrocinio gratuito del Comune” al progetto su “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”. Nove punti cardinali, per l’accusa oggetto di “intensiva speculazione edilizia”, ovvero Cascina Gobba, San Donato, Baggio, Fiorenza, Famagosta, Linate, Opera, Assago, Figino.

Anche le vicende della vendita dello stadio e delle aree di San Siro a Inter e Milan, e della realizzazione di un nuovo stadio, fanno da sfondo ad alcune chat WhatsApp tra le persone finite nell’inchiesta sulla gestione urbanistica. Dopo che il Tar della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva della compravendita, chiesta dal Comitato Sì Meazza attraverso un ricorso, lunedì la delibera relativa alla vendita dovrebbe approdare in giunta, per poi passare alle commissioni competenti e arrivare al Consiglio comunale. Il condizionale è d’obbligo, e non soltanto per la complessità del dossier e le varie posizioni al riguardo. L’inchiesta che sta scuotendo Palazzo Marino potrebbe infatti rimescolare ancora le carte. 

 

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