«Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato».
Riccardo, il ragazzo di 17 anni di Paderno Dugnano che ha ucciso con un coltello i genitori e il fratellino di 12 anni prova a raccontare così al pm dei minori Sabrina Ditaranto che cosa l’ha spinto a uccidere la propria famiglia.
Frequentava il liceo scientifico Gadda di Paderno e a giorni avrebbe iniziato la quinta. Giocava a pallavolo, usciva con gli amici, dalle testimonianze emerge un ragazzo come tanti. Ma nessuno aveva intercettato quel “disagio”, che lo stesso ragazzo fa fatica a raccontare: «Non so davvero come spiegarlo. Mi sento solo anche in mezzo agli altri». A casa come con gli amici, che non gli mancavano: «Non avevo un vero dialogo con nessuno. Era come se nessuno mi comprendesse». Nei prossimi giorni cominceranno i colloqui con gli psicologi del Beccaria, dove è in arresto per omicidio plurimo. A chi lo interroga sembra un ragazzo «intelligente», forse più della media. La sua appare come una confessione «autentica». Non parla di bullismo, di sessualità, di problemi con le droghe.
L’interrogatorio è durato più di 12 ore. Dice di essersi alzato mentre gli altri dormivano per andare in cucina a prendere un «coltello da carne» e di avere colpito per primo («ma senza una ragione precisa») il fratellino. La confessione è un monologo inframmezzato dalle lacrime: «Non è successo niente di particolare sabato sera. Ma ci pensavo da un po’, era una cosa che covavo».
Nella notte è stato lo stesso adolescente a dare l’allarme intorno all’una, chiamando il 118 per dire “Venite, ho ucciso mio padre”. I soccorritori avevano così allertato i carabinieri che lo avevano raggiunto così nell’abitazione, dove nella stessa stanza c’erano i corpi di degli altri familiari. In un primo momento il 17enne – che non presentava ferite – aveva riferito di aver colpito solo il padre, dopo averlo trovato accovacciato nella cameretta del fratellino con accanto un coltello e la madre con il 12enne morti. Un racconto che da subito non aveva convinto del tutto gli inquirenti, anche se dall’inizio era stata esclusa l’ipotesi di una rapina, vista anche la casa ordine.
Il primo esame del medico legale svolto sui corpi delle vittime e i rilievi della scientifica all’interno dell’abitazione, hanno evidenziato che il numero maggiore di coltellate, si parla di decine, sono state inferte al 12enne, che al momento dell’aggressione era nel suo letto. Madre e padre sono stati invece trovati a terra, con indosso a loro volta biancheria da notte. È quindi possibile che i genitori, richiamati dalle urla del figlio minore, siano entrati nella stanza probabilmente in due momenti diversi e che forse il17enne li abbia neutralizzati in qualche modo, prima discatenare anche su di loro la sua furia inspiegabile.