Perquisizione e sequestro dello smartphone per il rapper 23enne Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, accusato di aver violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale. La polizia di Stato di Catania e Lecco, su ordine della magistratura di Catania, è intervenuta nella sua abitazione nel Lecchese, per sequestrare lo smartphone con cui il 1° maggio scorso, mentre si esibiva sul palco della manifestazione musicale “One Day Music”, in uno stabilimento balneare di Catania, avrebbe effettuato una videochiamata con il rapper Vincenzo Pandetta, detto Niko, nipote del boss catanese Turi Capello, detenuto nella casa circondariale di Rossano, nel cosentino.

 

Per gli inquirenti Baby Gang ha violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, le cui prescrizioni gli inibivano di raggiungere Catania. Al rapper è stato anche notificato il foglio di via obbligatorio emesso dal questore di Catania, che inibisce a Mouhib di poter dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni.

L’ esibizione sul palco di Catania e la presunta videochiamata

Durante l’ esibizione, sul palco della Plaia di Catania al concerto del 1°maggio, l’One day music festival il rapper Baby Gang ha fatto vedere il suo smartphone con quella che è sembrata una videochiamata con Pandetta, detenuto per spaccio di sostanze stupefacenti. Baby Gang prima di esibirsi con Italiano, brano scritto con Pandetta ha incitato il pubblico dal palco mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali. Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata, o fosse un antico video memorizzato.

 

Nel carcere di Rosarno trovato telefonino

La procura di Catania ha aperto un’inchiesta sull’esibizione al concerto. Nel corso della perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta è detenuto, è stato trovato un telefonino. Il giovane trapper è indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

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