
“Non ho ancora mai visto l’aurora boreale da terra, ma quassù è uno spettacolo frequente. Quella della settimana scorsa è stata particolarmente bella“. Lo ha scritto Zena Cardman, comandante della missione SpaceX Crew-11 della NASA, condividendo le “luci del nord” che ha immortalato in un video dalla Stazione Spaziale Internazionale.
Nelle ultime settimane, le aurore sono state più frequenti perché il Sole è al culmine del suo ciclo di attività di 11 anni, noto come “massimo solare”, quando l’attività della nostra stella si intensifica e aumentano i fenomeni di ‘space weather’ come le tempeste elettromagnetiche e le aurore.
Il picco dell’attuale ciclo è iniziato nella seconda metà dello scorso anno e dovrebbe durare almeno fino alla fine di quest’anno, con aurore boreali e australi più frequenti e vivide, anche a latitudini insolite.
Cosa sono le aurore boreali e australi
Le aurore boreali nell’emisfero settentrionale e quelle australi nell’emisfero meridionale si verificano vicino ai poli perché il campo magnetico terrestre convoglia le particelle cariche provenienti dal Sole verso quelle regioni, dove entrano in collisione con l’atmosfera e creano scintillanti e variopinte cortine di colore.