Alla fine, le preoccupazioni per lo stato di salute del mercato del lavoro americano, e quindi dell’economia, prevalgono sull’ottimismo per le decisioni di politica monetaria e fanno scivolare in rosso i listini azionari, negli Stati Uniti ma anche in Europa. Chiudono quindi in rosso i principali indici del vecchio continente: Milano la peggiore a -0,91%, calo superiore al mezzo punto percentuale anche per Francoforte, appena inferiore per Parigi. La migliore è Londra che si ferma appena sotto la parità.  

Negativa anche Wall Street, che frena dopo un’apertura con il segno positivo. Perché i dati sull’occupazione – appena 22 mila posti in più ad agosto, meno di metà rispetto alle attese, e una disoccupazione che sale al 4,3% –  se da un lato danno ulteriori motivi alla Federal Reserve per tagliare i tassi già questo mese, dall’altro lanciano ombre poco incoraggianti sulla tenuta dell’economia dopo l’entrata in vigore dei dazi e la stretta sull’immigrazione.

Effetti negativi anche sul dollaro, che si indebolisce ancora nei confronti dell’euro: moneta unica europea a ormai a un passo da quota 1,1750, sui massimi da fine luglio. 

 

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