“La preghiera che ho letto chiede un giusto riposo in cielo per le vittime. In terra questo riposo è negato. Le vittime non hanno pace. I corpi di molti diventano merce da barattare, come le teste tagliate conservate in freezer, i corpi carbonizzati dalle granate lanciate, fusi insieme al punto che neppure i medici legali riescono a distinguere; e dopo i corpi, la memoria insultata da una campagna sistematica di disinformazione, distorsione, colpevolizzazione che si è scatenata fin dal giorno dopo il 7 ottobre” ha detto, tra le altre cose, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, durante il suo discorso in Sinagoga per la commemorazione del primo anniversario della strage del 7 ottobre 2023.

“Ne è derivata una ubriacatura collettiva che ha offuscato le menti di molti, intorno ad analisi manichee di oppressi contro oppressori. È in corso una celebrazione del terrorismo come atto rivoluzionario, che raccoglie consensi ecumenici dai giornali alle scuole, alle università alle piazze. Negli anni di piombo le istituzioni e i partiti italiani riuscirono a frenare questo processo. Oggi sta dilagando” ha proseguito ancora Di Segni. “Nessuno si illuda che la violenza auspicata da chi giustifica il terrorismo si fermi agli ebrei, sarebbe ingenuo. La preghiera che ho recitato è un’invocazione al Signore pieno di misericordia. È di questa misericordia che abbiamo tutti bisogno e in questo luogo, dove ogni giorno si prega per la pace, noi continuiamo a sperare che i giorni dell’ira cessino presto e vi sia solo pace, perdono e pienezza di misericordia per tutti” ha concluso il rabbino.

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