le parole di don Burgio, aiutare i ragazzi delle periferie

“Ci sono tanti ragazzi che vivono nella violenza, perché non sanno leggere le proprie emozioni, la paura li porta a gesti sconsiderati e la nostra città ne è testimone. Quando li incontro nelle celle ritrovo quell’animo umano che ancora sa riconoscere i propri errori, che vuole cambiare e trovare soluzioni. Bisogna andare oltre le parole, ‘maranza’, ‘baby gang’ tutte queste etichette che non aiutano a guardare avanti”. Lo ha detto nel corso del suo intervento per la preghiera interreligiosa dei City Angel in Stazione Centrale a Milano, Don Claudio Burgio, cappellano dell’istituto minorino Cesare Beccaria. “È indubbio che i nostri quartieri a Milano conoscano una povertà mai vista prima – ha proseguito parlando con i cronisti a margine della cerimonia Burgio-. Bisogna stare attenti alle definizioni che diamo anche alla nostra città, è una bella città che forma tanti giovani e tanti ragazzi. Ci sono poi fenomeni nuovi, come i minori stranieri non accompagnati che sono quasi ingovernabili. Mi raccontano le loro storie: attraverso i social vedono Milano come la città ricca, quella dove poter fare soldi rapidamente. Quando incontrano il nulla, è chiaro che vivono in quella immaginazione che li ha condotti fino a qui. Quando sono invece accolti e affrontati in maniera adulta, riconoscono i loro reati e il loro bisogno di essere aiutati”.

 “In questo periodo ho a che fare con i tre ragazzi che si sono resi protagonisti di quel fatto di cronaca con quello studente della Bocconi. Sono stupito perché sono ragazzi intelligenti, sensibili, pentiti di quello che hanno commesso. Hanno vissuto una vicenda più grande di loro, stanno decodificando i loro comportamenti. Li trovo sinceramente pentiti, si interrogano molto, si confrontano, sono ragazzi che dovranno affrontare quanto accaduto”. Così don Claudio Burgio, cappellano dell’istituto minorile Cesare Beccaria a margine della preghiera interreligiosa organizzata dai City Angels in Stazione Centrale a Milano.

 

 

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