Domani, a Roma, Presentazione del Terzjus Report 2024: Rapporto sullo stato e le prospettive del diritto del Terzo settore in Italia. ​L’evento si terrà dalle 10 alle 13, presso la Sala Angiolillo, Palazzo Wedekind a Piazza Colonna. Molti, e qualificati, i relatori del convegno: Luigi Bobba, Presidente di Terzjus, Carola Carazzone, Direttrice di Assifero e Vicepresidente di Philea​ Marco Gilli, Presidente della Consulta delle Fondazioni Bancarie del Piemonte e della Liguria, ​Claudia Sorlini, Vicepresidente della Fondazione Cariplo, Chiara Tommasini, Presidente CSVnet, Alessandro Lombardi, Capo Dipartimento Politiche Sociali MLPS, Vanessa Pallucchi, Portavoce Forum Nazionale del Terzo Settore, On. Lucia Albano, Sottosegretaria MEF, On. Maurizio Leo, Vice Ministro MEF. Concluderà il Convegno un Dialogo tra Luigi Bobba, Presidente di Terzjus, e l’On. Maria Teresa Bellucci, Vice Ministro MLPS. Proprio con Luigi Bobba facciamo il punto sulla riforma del Terzo Settore.

A che punto siamo con la riforma del Terzo Settore? Quali sono i principali obiettivi che mancano al suo completamento?

A dieci anni dal lancio delle linee guida dell’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e a sette anni dai decreti legislativi attuativi della legge delega n.106/2016, la nuova regolazione degli Enti di Terzo Settore (ETS) è quasi completata. Mancano ancora due atti importanti: l’autorizzazione comunitaria per i nuovi regimi fiscali degli ETS e per gli strumenti di finanza sociale, e il “decreto controlli”, provvedimento di competenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, relativo alle modalità e ai requisiti dei controlli da effettuare sugli enti iscritti al Registro Unico nazionale del Terzo Settore (RUNTS).

Quali difficoltà avete incontrato nell’attuazione della riforma e quali sono le soluzioni per superarle?

Il passaggio da una normativa frammentata al Codice del Terzo Settore (CTS) è stato alquanto difficile e non è ancora concluso. Ma è ben vero che, oggi, oltre 132.000 enti sono iscritti al RUNTS, di cui più di 39.000 “nuovi”. Ciò dimostra la vitalità del Terzo Settore e l’interesse per una configurazione più trasparente come requisito per accedere ai benefici previsti dalla legge di riforma. Ora è importante concentrarsi sulla parte promozionale del CTS. Molte opportunità della riforma, come il 5 per 1000, le detrazioni per le erogazioni liberali, il social bonus, i vantaggi fiscali per attività di interesse generale e i rapporti collaborativi con le Pubbliche Amministrazioni sono ancora poco conosciute e utilizzate dagli ETS, come risulta dalle indagini RIM condotte dal 2021 da Fondazione Terzjus con Italia non profit.

Sulla filantropia e il volontariato

La filantropia viene definita come la “quarta gamba” del Terzo Settore. Che cosa significa concretamente, e quali effetti può avere sul sociale?

Oltre 330 Enti Filantropici (EF) sono registrati nel RUNTS. Questa sezione del registro costituisce una novità, in quanto il CTS attribuisce agli enti che erogano, in via prevalente, denaro, beni o servizi una specifica qualificazione giuridica. Dal 2022 non poche fondazioni familiari, aziendali o comunitarie hanno adottato questo vestito giuridico. Gli EF praticano una filantropia moderna e strategica, mobilitando risorse a favore di altri ETS che sviluppano servizi per i cittadini più vulnerabili. Accanto a volontariato, mutualismo associativo e imprenditorialità sociale, gli Enti Filantropici rappresentano la “quarta gamba” del Terzo settore.

Qual è il ruolo delle reti associative nel supporto al volontariato e quali sono le principali sfide che devono affrontare oggi?

Le Reti Associative (RA) sono state introdotte dal CTS come “catalizzatori” delle piccole realtà associative e di volontariato presenti in tante comunità locali, nonché come “facilitatori” della attuazione della riforma. Sono 54 le RA riconosciute dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Esse forniscono identità, rappresentanza e servizi di supporto alle piccole associazioni. Secondo una ricerca di Terzjus per Unioncamere, le RA devono affrontare due sfide principali: favorire il ricambio dei dirigenti negli ETS, coinvolgendo i giovani volontari, e sostenere i propri affiliati nell’implementazione completa della riforma e nella valorizzazione delle nuove opportunità offerte.

Sull’economia sociale e la sostenibilità Quali sono le principali novità fiscali previste dal Codice del Terzo settore e in che misura sono già state attuate?

Le novità fiscali introdotte con il Codice del Terzo Settore (CTS) sono principalmente cinque:

 L’adozione di regimi fiscali specifici per gli Enti del Terzo Settore (ETS). Il ritardo nella concessione dell’autorizzazione comunitaria per tali regimi ha comportato una mancata assegnazione agli ETS di circa 150 milioni di euro dal 2018 al 2023.
 Gli strumenti per la promozione della finanza sociale, in particolare i Titoli di solidarietà, anch’essi ancora in attesa di attuazione.
 Il “social bonus”, un consistente credito d’imposta per le erogazioni liberali destinate alla valorizzazione di immobili pubblici inutilizzati o confiscati alle mafie e finalizzati allo svolgimento di attività di interesse generale promosse dagli ETS.
 Il 5 per mille: attualmente vi sono 58.000 enti beneficiari, un numero in significativo aumento grazie all’avvio del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS). Tuttavia sei contribuenti su dieci, al momento della dichiarazione dei redditi non utilizzano questa opzione per sostenere gli ETS già registrati.
 Le detrazioni fiscali del 30% o del 35% per le erogazioni liberali destinate agli ETS. Tra il 2018 e il 2022 sono aumentati sia il numero dei contribuenti che hanno effettuato donazioni, sia l’ammontare medio delle donazioni stesse.

In che modo il Piano d’Azione per l’Economia Sociale può favorire la crescita e l’influenza delle realtà del Terzo Settore?

A novembre del 2023 il Consiglio Europeo ha approvato una Raccomandazione affinché i singoli governi nazionali elaborino un Piano d’azione per l’economia sociale entro novembre 2025. Questo Piano, analogamente a quello adottato dalla Commissione

Europea a dicembre del 2022, è volto a rafforzare e sostenere lo sviluppo dei soggetti dell’economia sociale, affinché diventino sempre più capaci di promuovere buona occupazione, inclusione sociale e sviluppo economico nelle aree interne o svantaggiate. Il Governo italiano, attraverso la Sottosegretaria al MEF, Lucia Albano, con il sostegno della Fondazione Terzjus, ha avviato un tavolo di lavoro, coinvolgendo i principali attori dell’economia sociale, al fine di predisporre il Piano nazionale nei tempi stabiliti dalla Raccomandazione. A sostegno delle attività dei partecipanti al Tavolo del MEF la Fondazione Terzjus, in collaborazione con Confcooperative e Lega delle cooperative, sta avviando un “Osservatorio dell’economia sociale” per realizzare una mappatura dei soggetti e individuare le azioni e le risorse necessarie al fine di promuovere l’economia sociale del nostro Paese.

Sul futuro del Terzo Settore

Quali sono le prossime fasi per il completamento della riforma e come possiamo assicurarne il successo?

In linea con la necessità di attuare le misure promozionali previste dalla riforma del Terzo settore, le prossime fasi dovrebbero concentrarsi su:
 Una campagna promozionale volta a informare circa il 60% dei contribuenti che non utilizzano il 5 per 1000 sulla possibilità di destinare una quota delle tasse a un Ente del Terzo Settore (ETS) liberamente scelto al momento della dichiarazione dei redditi;
 L’introduzione di misure fiscali più favorevoli per gli Enti Filantropici, affinché possano incrementare la quota di risorse finanziarie destinata agli ETS che sviluppano azioni particolarmente meritorie;
 Il riconoscimento delle Associazioni Sportive Dilettantistiche (Asd) come “ETS di diritto”, favorendo così l’ingresso nel Terzo Settore di alcune decine di migliaia di enti che promuovono l’attività sportiva con finalità squisitamente sociali, in conformità con quanto previsto dalla recente modifica all’articolo 33 della Costituzione approvata dal Parlamento.

Quali strumenti potrebbero essere introdotti per migliorare il dialogo tra il Terzo Settore e le istituzioni?

L’attuazione degli istituti dell’amministrazione condivisa, ovvero coprogrammazione, coprogettazione e convenzione, è sicuramente cruciale. Gli articoli 55, 56 e 57 del CTS delineano le forme di collaborazione tra ETS e PA. La sentenza della Corte costituzionale n.131/2020 ha rafforzato l’importanza di tali istituti. Tuttavia ci sono ancora resistenze da parte della giustizia amministrativa e delle Pubbliche Amministrazioni nel dare attuazione a questa importante innovazione che Giuliano Amato – ex presidente della Corte Costituzionale – aveva definito come una “grande riforma”. Le partnership tra PA ed ETS possono migliorare significativamente le risposte ai bisogni dei cittadini nei settori socio- sanitario, sportivo, culturale e ambientale. È necessario un deciso impulso da parte degli organi istituzionali ed occorre stanziare risorse pubbliche e private per sostenere gli ETS in questo innovativo percorso.
 

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