Piccole pinne si agitano sulla sabbia per tuffarsi prima possibile tra le onde, sono le tartarughe marine appena nate che escono dai loro nidi su una spiaggia di Mombasa in Kenya per iniziare la loro corsa verso l’oceano. Intorno, gli ambientalisti di Early Birds Banda osservano con attenzione, pronti ad assistere i piccoli nei loro primi momenti di vita.

Primi momenti densi di insidie, per questo i volontari guidano con cura le tartarughine, ognuna delle quali non era più grande del palmo di una manoi, assicurandosi che percorrano in sicurezza il tratto che le separa dall’acqua.

“Tutte queste spiagge sono luoghi in cui le tartarughe vengono a deporre le uova”, spiega a Reuters Abeid Mohamed, ambientalista di Early Birds Banda. “Ma sono piene di pericoli, come l’aumento delle attività umane in mare, le persone che costruiscono vicino alle spiagge e i bracconieri. Tutto questo ha un effetto negativo sulle tartarughe”. Tra le minacce più concrete la presenza di rifiuti plastica che spesso gli animali scambiano per cibo.

Il viaggio dei piccoli dal nido al mare è pericoloso, e solo una piccola percentuale sopravvive ai primi giorni nell’oceano. I predatori, luci artificiali e l’interferenza umana mettono a rischio la loro sopravvivenza fin dall’inizio del loro viaggio.

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