Sono 52, terribili, fotogrammi, incisi nel cellulare di Filippo Turetta forse – se provata la premeditazione, per ora soltanto in ipotesi – come fossero un macabro ricordo, postumo, della ragazza con la quale si era interrotta una relazione: scattate in quell’ultimo fatale appuntamento, dalle 17.50 alle 21.10, nel centro commerciale di Marghera. Sono le foto “emerse” dal cellulare di Filippo Turetta, estrapolate dalla memoria dello smartphone dagli investigatori, dove ci sono le ultime immagini di Giulia Cecchettin in vita.
 

ANSA/ MEDIASET – POMERIGGIO CINQUE NEWS

Le ultime foto di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta scattate al centro commerciale il giorno dell’assassinio

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Le ultime foto di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta scattate al centro commerciale il giorno dell’assassinio

Le “smorfie” di Giulia
Nelle foto che scandiscono quel pomeriggio dell’11 novembre scorso, quello dell’assassinio di Giulia, il viso della ragazza che stava per laurearsi non ha quell’allegria che c’è in tutte le altre, pubblicate dai media nei giorni seguiti all’omicidio.
A volte distratta guardando il suo cellulare, altre con una sorta di “smorfia” in viso, quasi – si direbbe – costretta da Turetta ad inscenare, per quell’ultima volta (ma lei, non poteva saperlo), un teatrino di una coppia felice, che non c’era più. Perchè di lì a poco gli avrebbe detto che non voleva stare più insieme a lui, contribuendo a scatenare la furia omicida.

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Le ultime immagini di Giulia in vita
Gli scatti, sono le ultime immagini in vita di Giulia Cecchettin, che gli inquirenti e gli investigatori hanno trovato sul telefono dell’ex fidanzato Filippo Turetta, e immortalano quel giro, quasi surreale, nel centro commerciale dove i due si erano recati per fare acquisti in vista della laurea di Giulia. 

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Si prova dei vestiti, è seduta al bar
Alle immagini delle videocamere di sorveglianza si aggiungono dunque quelle che erano rimaste sul telefono dell’assassino della studentessa: ci sono immagini di Giulia che si prova dei vestiti, della ragazza seduta al bar e anche alcuni selfie scattati da Filippo in cui i due sono insieme. 

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Poche ore dopo quelle foto, Turetta ha ucciso brutalmente la ex, ha cercato di nascondere il corpo ed è fuggito fino in Germania, dove poi è stato arrestato.  

 

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L’interrogatorio: le coltellate, il regalo “scimmietta”

Nel carcere di Verona, durante l’interrogatorio davanti al pubblico ministero di Venezia Andrea Petroni, il giovane aveva ricostruito la serata trascorsa a fare shopping e la cena in un centro commerciale a Marghera, quindi il viaggio di ritorno con l’auto che si ferma in un parcheggio a 150 metri dalla casa di Giulia. 

“Volevo darle un regalo, una scimmietta mostriciattolo. Con me avevo uno zainetto che conteneva altri regali: un’altra scimmietta di peluche, una lampada piccolina, un libretto d’illustrazione per bambini. Lei si è rifiutata di prenderlo. Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava ‘sentendo’ con un altro ragazzo” dice nel verbale il cui contenuto è stato diffuso dalla trasmissione tv ‘Quarto grado’.

La lite che diventa aggressione

 “Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei, che mi sarei suicidato. Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me. È scesa dalla macchina, gridando ‘Sei matto, vaffanculo, lasciami in pace'” racconta il ventiduenne al pm. “Ero molto arrabbiato. Prima di uscire anch’io, ho preso un coltello dalla tasca posteriore del sedile del guidatore. L’ho rincorsa, l’ho afferrata per un braccio tenendo il coltello nella destra. Lei urlava ‘aiuto’ ed è caduta. Mi sono abbassato su di lei, le ho dato un colpo sul braccio, mi pare di ricordare che il coltello si sia rotto subito dopo. Allora l’ho presa per le spalle mentre era per terra. Lei resisteva. Ha sbattuto la testa. L’ho caricata sul sedile posteriore”

 

Tutto l’interrogatorio e le dichiarazioni di Filippo Turetta sull’omicidio

Passaggi di una mente che appare lucida, nella ricostruzione della Procura, e con un chiaro obiettivo poi messo in atto con determinazione, che l’angoscia che forse traspare nello sguardo di Giulia, nelle ultime foto rimaste a sua memoria, sembrano tristemente testimoniare.

 

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