“Renà non mi lasciare”: sarebbero state queste le ultime parole pronunciate da Arcangelo Correra, 18 anni, prima di perdere conoscenza, dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile calibro 9×21 esploso per errore dal suo amico di sempre, il diciannovenne Renato Caiafa.
Finora Caiafa ha sempre sostenuto che la morte del suo fraterno amico è stata un incidente: stava maneggiando una pistola con il caricatore maggiorato, che neppure sapeva se fosse vera o falsa, trovata poco prima sopra la ruota di una macchina, quando, all’improvviso è partito il colpo mortale.