Gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra. Con questa accusa le autorità italiane hanno arrestato in un hotel di Torino Osama al-Masri, il capo della polizia giudiziaria libica. L’operazione è scattata in seguito a una segnalazione dell’Interpol ed è avvenuta sul mandato della Corte Penale Internazionale e a riportare i dettagli dell’operazione stato il giornalista del quotidiano Avvenire Nello Scavo.
Cosa ci facesse a Torino non è ancora chiaro. Ciò che invece è noto è che al-Masri è una figura chiave e vertice di un sistema di repressione che, calpestando basilari diritti umani, gestisce i centri di detenzione libica. Al-Masri è accusato di essere responsabile delle violenze della prigione di Mitiga, a Tripoli, struttura che ospita detenuti politici, presunti terroristi e migranti intercettati in mare.
L’uomo tristemente noto per le torture atroci come hanno raccontato tanti migranti arrivati nel nostro paese e come hanno confermato vari rapporti delle Nazioni Unite, che hanno documentato abusi sessuali, pestaggi e privazioni disumane.
“Questo arresto – ha commentato Mediterranea Saving Humans – è avvenuto dopo anni di denunce e testimonianze delle vittime, fatte pervenire alla Corte Penale Internazionale ed è la prova di come l’intero sistema libico, sia stato foraggiato con milioni di euro in questi anni. Chi – conclude l’associazione – ha pagato Almasri per torturare, detenere e uccidere donne, uomini e bambini?”.