“La prevenzione, da sola, non basta, la scuola deve avere in coraggio di intervenire e di punire. Il rischio è che questi bulli se la cavino veramente con una pacca sulla spalla e lo rifaranno – dice a LaPresse Teresa Manes, la mamma di Andrea Spezzacatena, il ragazzo ‘dai pantaloni rosa’ – Dopo 13 anni di distanza da mio figlio, quello che è accaduto è fare 10mila passi indietro”, afferma. Dopo aver “trovato il coraggio di denunciare”, la vittima di bullismo va protetta, altrimenti “finisce con il credere di essere ‘meritevole’ di quella violenza gratuita”. “A un determinato tipo di azione deve corrispondere una determinata reazione – prosegue – per esempio andrebbero multati. Magari se un genitore viene colpito ‘nel portafogli’ non sarà portato a sminuire quello che è accaduto”. “Parlare nelle scuole non basta, occorre essere incisivi”, sottolinea. “Mio figlio era vittima di bullismo omofobico, all’inizio la vittima sorvola, poi si apre un cunicolo nell’io della persona e si crede davvero di non valere niente, di meritare quelle cose”.

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