In vista del vertice dei “volenterosi” di oggi a Parigi, ieri mattina Meloni ha fatto il punto con i due vicepremier Salvini e Tajani, oltre che con il ministro della Difesa Guido Crosetto. Oltre alla necessità di tenere i toni bassi – appello che rilancia da giorni – la presidente del Consiglio ha discusso su quale posizione tenere al summit in Francia. 

“Non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”. l’Italia è impegnata nella costruzione “insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico”. 

Nessuna adesione dell’Ucraina alla Nato ma si fa riferimento ad un modello “che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington”. Un’ipotesi che, secondo Giorgia Meloni “sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali”. Ma l’Italia preciserà che il ruolo fondamentale dovrà essere affidato alle Nazioni Unite, punto che il Governo italiano sostiene da tempo”. Insomma, cautela e prudenza. 

Il presidente francese Emmanuel Macron con il primo ministro italiano Giorgia Meloni,Palazzo dell’Eliseo a Parigi il 17 febbraio 2025 (Afp)

27/03/2025

C’è anche la consapevolezza che il progetto di Macron e del primo ministro britannico Starmer sia difficilmente realizzabile e non solo per le divisioni all’interno della Ue, ma anche perché la Russia non lo accetterebbe ed è una strada poco gradita anche agli Stati Uniti

Non che la strada dell’estensione dell’articolo 5 del Trattato Atlantico – quello secondo cui un attacco armato contro uno Stato membro è considerato quale attacco diretto contro tutte le parti – sia facilmente percorribile, poiché resta proprio quello che Mosca non vuole. Così come la possibilità di agire a sostegno di Kiev sotto l’ombrello dell’Onu. La soluzione migliore sarebbe quella di puntare su una missione che abbia la più vasta partecipazione possibile, coinvolgendo per esempio anche i Paesi Brics

Il presidente francese Emmanuel Macron, a destra, e il primo ministro britannico Keir Starmer discutono durante le commemorazioni per il 106° anniversario dell'armistizio della prima guerra mondiale, a Parigi, Francia, lunedì 11 novembre

Il presidente francese Emmanuel Macron, a destra, e il primo ministro britannico Keir Starmer discutono durante le commemorazioni per il 106° anniversario dell’armistizio della prima guerra mondiale, a Parigi, Francia, lunedì 11 novembre (Christophe Petit Tesson, Pool via AP)

27/03/2025

L’Italia non ha mai pensato di boicottare il vertice, ma predica calma, in attesa di un cessate il fuoco, di una risoluzione, di un vero accordo di pace. E di capire a cosa porteranno gli sforzi per la pace che sta portando avanti Trump e il suo atteggiamento nei confronti dell’Europa sia sul tema dei dazi che su quello della Difesa. 

La premier, durante il vertice, ha ribadito la necessità di compattezza affinché non ci siano distinguo nell’alleanza. “Il vertice è andato benissimo”, ha affermato Salvini. “Il centrodestra è in buona salute”, ha rilanciato l’altro vicepremier Tajani. “La posizione del governo è una e una sola”, ha detto Crosetto, dopo aver ribadito che “la nostra grande alleanza atlantica a oggi è l’unico ombrello difensivo utilizzabile, la Nato sia la base per costruire l’integrazione europea”.

Guido Crosetto (RaiNews24)

27/03/2025

Le opposizioni

Alla vigilia del vertice di Parigi, Matteo Renzi attacca il governo dichiarando di non capire la sua posizione. “Al momento mi sembra che la politica internazionale veda tanti soggetti molto attivi, Russia, Ucraina, gli Stati Uniti e Arabia Saudita, e poi la Francia, Germania e Regno Unito che tentano la coalizione dei volenterosi, mentre l’Italia, non abbiamo capito dov’è”, ha detto il leader di Italia viva. “Sono a favore di un grande ruolo dell’Italia in Europa. Ma io non ho capito da quale parte sta Giorgia Meloni, con Salvini o con Taiani o nel mezzo?” 

Non discutono del vertice di Parigi Pd e Cinque Stelle e le altre forze di opposizione ma si dividono sulle mozioni da presentare sul riarmo europeo. Azione, M5S e Avs hanno annunciato che chiederanno la calendarizzazione di rispettive mozioni contrapposte. 

Che farà il Pd? “Abbiamo votato compatti la risoluzione, quella è la posizione del Pd”, risponde Peppe Provenzano, responsabile Esteri dem. La risoluzione di cui parla è quella sulle comunicazioni di Giorgia Meloni prima del Consiglio Ue, frutto appunto di una lunga mediazione all’interno del Pd. “Noi abbiamo la nostra posizione e voteremo quella”. Se in Italia il gruppo del Pd è andato avanti unito, non è successo nella delegazione dei parlamentari in Europa. E allora il rischio può essere che di fronte a più mozioni le diverse anime del Pd possano dividersi. Tanto che nel Pd ci si interroga sulla mozione dei Cinque stelle. “E’ un modo per lanciare la loro manifestazione del 5 aprile o per mettere in difficoltà noi?”. 

Giuseppe Conte, leader dei 5 stelle (Rainews24)

27/03/2025

Dai 5 Stelle si spazzano via tutti i dubbi: “Non possono portarci ad un’economia di guerra senza neppure il voto dei cittadini, e noi vogliamo un dibattito pubblico e che i tanti cittadini contrari abbiano voce. È per questo che ci ritroveremo il 5 aprile qui a Roma a dire no a questo piano di riarmo”.  

A tal proposito, alla manifestazione del Movimento 5 stelle se Avs ha già fatto sapere che ci sarà, per ora tutto tace dal versante Pd. “Se ci va Schlein? Non ne abbiamo parlato”, la risposta dei parlamentari. E anche l’ala ‘pacifista’ dem, da Arturo Scotto a Paolo Ciani che hanno votato più volte in difformità dal gruppo sul sostegno militare a Kiev, fanno sapere che difficilmente potranno essere presenti per precedenti impegni. 

Elly Schlein (Tg2)

27/03/2025

Le mozioni in campo e le differenze

Quella di Azione si articola in 4 punti: conferma degli aiuti a Kiev, rispetto dell’impegno del 2% del Pil in spese militari, lavorare con i ‘volenterosi’ per dare all’Ucraina quei materiali bellici che gli servono per resistere e “essere pienamente dentro il processo di costruzione di una politica di difesa comune e quindi attendere a un esercito comune”, spiega Calenda. Aggiunge il capogruppo Matteo Richetti: “È ora che l’Italia esprima una posizione chiara. 

Quella presentata dal Movimento 5 stelle va in direzione opposta, e punta principalmente a impegnare il governo “a non proseguire nel sostegno del piano di riarmo europeo ‘ReArm Europe/Readiness 2030′”, che invece dovrebbe essere sostituito da un piano di rilancio e sostegno “su spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi all’occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei, per rendere l’economia dell’Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile”.  Ed è per questo che dai banchi dei pentastellati si vede con favore la scelta di Avs di presentare un testo proprio. 

Un apprezzamento ricambiato da Avs: “Accogliamo positivamente la mozione del Movimento 5 Stelle sul piano di riarmo di Ursula von der Leyen. Anche noi come Avs depositeremo un nostro testo”, dicono Bonelli e Fratoianni. “Aumentare le spese nazionali in Europa di 800 miliardi per armamenti è una follia. Mentre l’Europa scivola nell’economia di guerra vogliamo che il Parlamento italiano, a partire dalle forze di maggioranza e dal governo Meloni, affronti in modo pubblico e trasparente questo passaggio”

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