Ramy non aveva più il casco, lo aveva già perso nella corsa quando è precipitato a terra con la moto, guidata dall’amico 22enne, ora in ospedale, e per il quale il Gip ha disposto i domiciliari. Ma Ramy non ha battuto la testa, non è morto per un trauma cranico, bensì per un violentissimo trauma alla spina dorsale nell’impatto della caduta sul marciapiede. Un trauma alla colonna vertebrale e lesioni all’arteria aorta che hanno procurato un’emorragia che i sanitari non hanno potuto arginare. Questi i risultati dell’autopsia svolta stamattina a Milano alla presenza delle parti. Fuori anche il papà e lo zio di Ramy che, sfiniti dal dolore, trovano ancora la forza di fare un appello a quei ragazzi arrabbiati che giorni fa hanno spaccato finestrini e incendiato cassonetti nel difficile quartiere Corvetto: “Io ho detto basta violenza, basta!”. Gli amici di rami per domani sera hanno organizzato una fiaccolata ma anche a questo la famiglia della vittima non vuole partecipare temendo che si scatenino altri disordini.

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