Proseguono le indagini della Procura e dei carabinieri per trovare spunti d’indagine nella cerchia dei familiari della giovane barista. Ieri erano stati ascoltati, sempre come persone informate sui fatti, Melody, 35 anni, e Cristopher, 23, fratello e sorella di Sharon, e il cognato della donna uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi, aTerno d’Isol, Stefano Campana. E per due volte era stato chiamato il fidanzato Sergio Ruocco sul quale fino a ora non è emerso alcun elemento di sospetto sia perché non sarebbero emersi conflitti tra i due, anzi avevano frequentato un corso in vista del matrimonio, sia perché le telecamere del complesso di case di via Merelli riprende solo la vittima allontanarsi.
La vita della donna non sembrava avere crepe: una famiglia a cui era legatissima, un compagno col quale immaginava una vita e dei figli, un lavoro tranquillo da barista in una pasticceria della zona. Pochi amici e un recente avvicinamento a ‘Scientology’ al quale non viene dato peso da chi indaga. I carabinieri del Ros e del Ris si aspettano indicazioni interessanti dall’analisi della copia forense del cellulare di Sharon e dal confronto tra eventuali tracce di dna trovate sugli abiti e il corpo e i profili genetici prelevati nella zona del delitto. Non c’è per adesso nemmeno traccia dell’arma con la quale è stata accoltellata 4 volte prima di provare a chiedere aiuto nell’ultima telefonata.
L’intervista al compagno Ruocco
“Come vuole che stia, non faccio che chiedermi: perché è successo proprio a noi?”. Così Sergio Ruocco in un’intervista a Repubblica. L’idraulico di 37 anni era da oltre 13 anni il compagno della barista uccisa. I carabinieri lo hanno sentito due volte come persona informata sui fatti. “Io lo spero che mi chiamino! Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi”, afferma Ruocco sulla possibilità di essere ascoltato nuovamente. “Non abbiamo parlato tutto quel tempo – racconta dell’incontro con i carabinieri durato 5 ore -. E poi hanno sentito anche mio padre. Abbiamo parlato della nostra vita, delle nostre poche amicizie. Io lo spero che mi chiamino”. “Io spero che prendano questa persona. Ma non ho idea di chi possa essere. Se lo sapessi, andrei dritto dai carabinieri. Non riesco a capire, voglio sapere”, continua. Il fidanzato di Sharon poi spiega perché vive con i genitori della compagna: “Perché almeno stiamo insieme, ci diamo supporto in un momento così difficile. Spero che lo prendano, è una persona che non merita di stare in giro, perché non sai cosa può fare ad altri. Non voglio chiamarla rabbia. Mi dà fastidio il fatto che speravo ci volesse meno tempo per prendere il responsabile”.
Il fidanzato di Sharon continua ricordando la sera fra il 29 e il 30 luglio, quando la compagna è uscita per una passeggiata. “Non riesco a ripensare a quella sera… preferirei davvero non ricordarla. Sharon è uscita tardi, non so perché, forse perché a quell’ora faceva meno caldo. Ma se avessi saputo le avrei detto: ‘Aspetta, non uscire’. Non riesco ancora a realizzare che non avremo più una vita assieme, dopo oltre tredici anni”. “Se hanno ancora da fare all’interno, è giusto che i carabinieri facciano quello che devono”, dice sulla villetta sequestrata dove i due convivevano, “i carabinieri stanno facendo il loro lavoro. Poi, certo, spero qualcuno abbia il coraggio di dire qualcosa”. “Faccio l’idraulico. Lunedì prossimo torno al mio posto di lavoro. Ogni giorno mi sveglio, ho la sua foto accanto al letto qui a casa dei miei suoceri. Almeno ho quella foto… Per il resto sto con la famiglia di Sharon, cerco di fare qualcosa che mi distolga dal ricordo di lei, che mi distragga la mente, altrimenti continuo a pensarci. Io non ci credo ancora al fatto di non svegliarmi più alla mattina con lei – conclude – . Mi dà fastidio pensare che non potremo più sposarci, che non potremo avere un figlio. Volevamo un bambino. Uno sicuro, forse di più. Non faccio che chiedermi: perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi? Non riesco a capire il motivo. Nella nostra vita non c’era nulla di strano”.
La pista di Scientology
Al vaglio degli investigatori, oltre ai rapporti tra la ragazza e il suo fidanzato, ci sarebbe anche il possibile coinvolgimento della comunità di Scientology, malgrado il parroco di Terno d’Isola abbia confermato che “Sharon si stava preparando a un corso per il matrimonio religioso” e “sembrava molto convinta della scelta”. Sempre secondo il parroco, Sharon e il suo fidanzato Sergio non avevano mai dato segni di litigi o incomprensioni, almeno nel corso di preparazione al matrimonio: “Era una coppia un po’ riservata, ma affiatata”, ha detto.