Lo scorso 10 settembre Charlie Kirk, attivista e retore di destra, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre teneva un discorso in un’università dello Utah. C’è un sospettato in custodia che si rifiuta di parlare, dunque il movente dell’assassino è ancora solo presunto, dedotto dai media e dagli esponenti politici scavando nel passato del ragazzo di 22 anni. Quest’ultimo avrebbe confessato l’assassinio a dei conoscenti online su una chat di videogiocatori. Per lui lo Stato dello Utah chiederà la pena di morte, come aveva subito paventato il presidente Trump. 

Il presidente, alla commemorazione per Kirk in Arizona, ha anche detto che i radicali di sinistra andrebbero trattatati come terroristi e ha attribuito la colpa dell’omicidio alla retorica della “sinistra radicale”. Ricordiamo che il 6 gennaio 2021, pochi minuti dopo un discorso infuocato di Trump, infarcito di false affermazioni ampiamente dimostrate, e un invito ai suoi sostenitori a marciare verso il Campidoglio degli Stati Uniti e “combattere come matti”, migliaia di persone hanno fatto irruzione nel luogo sacro delle istituzioni Usa mentre il Congresso si riuniva per certificare l’ex vicepresidente democratico Joe Biden come vincitore delle elezioni presidenziali del 2020. Ripresi in diretta televisiva, i rivoltosi hanno attaccato il Campidoglio e fatto irruzione nell’aula del Senato. Cinque persone sono morte e 140 agenti di polizia sono rimasti feriti prima che l’insurrezione fosse sedata.

Negli Usa, e anche in Italia, si è aperto un ampio dibattito su quali forme di violenza siano considerate politiche, e soprattutto sull’assegnare etichette ideologiche agli aggressori o alle vittime. Ma cosa dicono i dati? Esistono studi che possano dimostrare una correlazione, una tendenza, tra la violenza politica e una certa ideologia? La risposta è sì, esistono, e sono di enti e università accreditate e autorevoli, anche se probabilmente qualche scettico potrebbe sostenere che siano comunque di parte. 

Intanto va precisato che non esiste una definizione univoca di violenza politica né un database federale. L’Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED), ente di ricerca accreditato che elabora dati per l’Onu, l’Unione Europea e per uffici ministariali di mezzo mondo, definisce la violenza politica come l’uso della forza con finalità o effetti politici. Secondo i suoi calcoli, quest’anno in America sono state uccise 37 persone in attacchi di questo tipo, e 373 dal 2020. Gli incidenti che classifica come politici vanno da una sparatoria di luglio nel centro di Manhattan, quando un uomo ha ucciso quattro persone nel quartier generale della NFL, ad attacchi più diretti, come la sparatoria mortale di due membri dello staff dell’ambasciata israeliana a Washington.

Gli attacchi che prendono di mira in modo casuale gruppi o singoli, come la sparatoria di massa del 2022 in un supermercato di Buffalo, sono i più comuni. Tra il 2020 e il 2025, il governo è stato il secondo bersaglio più frequente. Secondo il Centre for Strategic and International Studies (CSIS), un think tank di Washington, dopo una pausa nei primi anni 2000, gli attacchi terroristici e i complotti contro obiettivi governativi, inclusi politici e dipendenti statali, stanno tornando ad aumentare. Quelli motivati ​​da convinzioni politiche di parte tra il 2016 e il 2025 sono 25, rispetto ai soli 2 episodi dei 22 anni precedenti. 

Lo studio del Prosecution Project

Il Prosecution Project, guidato da Michael Loadenthal dell’Università di Cincinnati, analizza i casi di reati gravi che coinvolgono la violenza politica per individuare le ideologie più diffuse. Il progetto esamina denunce penali, incriminazioni e verbali giudiziari, alla ricerca di reati che mirano a “un cambiamento socio-politico o a comunicare” a un pubblico esterno, afferma Loadenthal. Lo riporta questa settimana il settimanale The Economist.

I dati mostrano che gli estremisti, sia di sinistra che di destra, commettono atti di violenza, sebbene la maggior parte degli episodi sembri provenire da aggressori di destra. I dati, tuttavia, non riflettono la gravità del crimine né il numero delle vittime. 

Nel 2001, ad esempio, si sono verificati più casi di violenza di destra che attacchi da parte di islamisti, nonostante gli attacchi dell’11 settembre di al-Qaeda abbiano ucciso quasi 3.000 persone quell’anno.

Gli studi della State University e dell’Anti-Defamation League

Uno studio di Celinet Duran della State University of New York a Oswego ha studiato la violenza politica tra il 1990 e il 2020. Ha rilevato che gli attacchi da parte dell’estrema destra sono stati molto più frequenti e mortali rispetto a quelli da parte dell’estrema sinistra, sebbene la violenza di sinistra sia aumentata durante tutto il periodo di studio. 

Uno studio dell’Anti-Defamation League, importante gruppo di pressione che si batte contro il linguaggio d’odio nel mondo e di “fermare la diffamazione del popolo ebraico e garantire giustizia e un trattamento equo a tutti”, mostra che il 76% degli omicidi legati all’estremismo nell’ultimo decennio è stato commesso da esponenti della destra. Tali conteggi, tuttavia, dipendono da come viene definito l’estremismo e da come viene attribuita l’ideologia. 

L’ADL utilizza documenti pubblici come resoconti dei media e verbali della polizia per calcolare le cifre. Va però detto che coloro che commettono violenza spesso lasciano una scia confusa di risentimenti che sfuggono a una facile classificazione, e alcuni sono chiaramente malati di mente.

I dati del Cato Institute

Come riporta il Cato Institute, think tank di stampo liberista con sede a Washington, l’83% delle persone assassinate per motivi d’odio negli Usa dal 1975 è stato ucciso dai terroristi dell’11 settembre. L’attentato di Oklahoma City rappresenta circa un altro 5%. Le persone assassinate dal 2020 rappresentano solo il 2%. 

I terroristi ispirati dall’ideologia islamista sono responsabili dell’87% delle persone assassinate in attacchi sul suolo statunitense dal 1975. La destra è la seconda ideologia motivante più comune, con 391 omicidi e l’11% del totale. La definizione di terroristi di destra include coloro che sono motivati ​​dalla supremazia bianca, dalle convinzioni antiabortiste, dal celibato involontario e da altre ideologie di destra.

I terroristi di sinistra hanno ucciso 65 persone, pari a circa il 2% del totale.

Una polarizzazione del dibattito alimentata dai rappresentanti istituzionali

Ciò che sta accadendo in queste ore nel dibattito pubblico è una polarizzazione sulla matrice ideologica del terribile omicidio di un attivista vicino al presidente Trump, una polarizzazione forzata da dichiarazioni pubbliche di massimi rappresentanti delle istituzioni, anche in Italia dalla premier Giorgia Meloni, e dunque rimbalzata immediatamente all’apice dell’agenda mediatica. 

È oggettivo che questa dinamica non si sia sviluppata in altre circostanze, quando a essere presi di mira sono stati esponenti democratici. Come l’assassinio, lo scorso 14 giugno, della deputata statale democratica del Minnesota Melissa Hortman e di suo marito

Lo stesso assassino aveva sparato e ferito il senatore democratico dello Stato John Hoffman e sua moglie nella loro abitazione. Un elenco trovato nell’auto abbandonata dell’uomo armato includeva in gran parte nomi di democratici e personaggi legati a Planned Parenthood o al movimento per il diritto all’aborto, tra cui la deputata Ilhan Omar e la senatrice Tina Smith.

Il 13 aprile 2025 il governatore democratico della Pennsylvania Josh Shapiro, insieme alla moglie, ai quattro figli, ai due cani e a un’altra famiglia, è stato costretto a fuggire dopo che qualcuno ha lanciato una molotov nella sua residenza. 

Il 28 ottobre 2022, un uomo che aveva una lista di persone che riteneva stessero “sistematicamente e deliberatamente” distruggendo la libertà americana è entrato con la forza nell’abitazione della presidente della Camera, la democratica Nancy Pelosi a San Francisco, con l’intenzione di rapirla e farle del male, hanno affermato le autorità. Lei non era in casa e lui ha attaccato il marito della democratica, Paul Pelosi, con un martello , fratturandogli il cranio e facendogli perdere i sensi.

Come riporta uno studio della Reuters, se all’inizio degli anni ‘70 la violenza politica americana era perpetrata più spesso da radicali di sinistra e si concentrava principalmente sulla distruzione di proprietà, come edifici governativi, al contrario, gran parte della violenza politica odierna è rivolta contro le persone, e la maggior parte degli attacchi mortali registrati sono stati ispirati dall’ideologia di destra. Dei 14 attacchi politici mortali avvenuti dopo l’attacco al Campidoglio del 2021, in cui l’autore o il sospettato aveva una chiara inclinazione politica, 13 erano aggressori di destra, uno era di sinistra.

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