Passeggiare lungo le rive del fiume Ghinza e le strade pedonali della città indossando lo yucata, il tradizionale indumento giapponese. Visitare il parco di Shirogane e rinfrescarsi nelle sue cascate che in inverno, ghiacciate, diventano ancora più magiche. Magari pernottando in una delle locande delle sorgenti termali di Ginzan Onsen, un piacere che attira ogni anno oltre 330.000 visitatori a caccia del selfie perfetto e sempre più indisciplinati, denunciano gli abitanti del posto. Così a partire dal 7 gennaio ingressi contingentati nella città di Ginzan Onsen, solo con biglietto, e vietato dopo le 20 se non si pernotta in un albergo della località termale.

È il problema dell’overtourism, il sovraffollamento turistico, che in Giappone ha già colpito il Castello di Himeji, i vicoli di Gion, il quartiere di Kyoto delle Geishe e, lo scorso anno, la veduta del Monte Fuji. Si era sparsa la voce che la foto perfetta fosse questa, dalle spalle di un minimarket: traffico, folla. Soluzione: hanno tirato su una barriera e addio selfie.

La Città Incantata, film d’animazione scritto e diretto da Hayao Miyazaki, Orso d’Oro a Berlino nel 2002. l’ambientazione ispirata proprio a Ginzan Onsen. Una sorta di Alice nel paese delle meraviglie in salsa giapponese, lo aveva definito una certa critica cinematografica occidentale. Viaggio impossibile forse anche per i turisti del 2025.

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