Nel procedimento a carico di Gualandi, si è parlato di un contratto tra i due amanti dove l’uomo si autodefiniva “padrone, colui che tutto può sulla sua schiava”. In un passaggio: “Io signore e padrone mi impegno a dominare l’anima della mia sottomessa”. 

Secondo la ricostruzione del giudice delle indagini preliminari di Bologna, Gualandi, che si trova ai domiciliari, era stressato a causa della presenza della collega nella sua vita e il suo omicidio sarebbe stato premeditato, mentre per la difesa si sarebbe trattato di un incidente.

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