Nel processo nato dall’inchiesta “Codice interno” sui presunti legami tra mafia, politica e imprenditoria a Bari è accusato di aver raccolto a pagamento i voti da tre clan per favorire l’elezione al consiglio comunale della moglie, Maria Carmen Lorusso, nel 2019. Per questo l’ex consigliere regionale pugliese Giacomo Olivieri è stato condannato a 9 anni di reclusione. Lo ha deciso il gup di Bari, Giuseppe De Salvatore, davanti al quale si è svolto il processo in abbreviato con 104 imputati. Per Olivieri, imputato per scambio elettorale politico-mafioso (insieme ad altre 19 persone, tra cui la moglie Mari Lorusso e il suocero Vito, che hanno optato per il rito ordinario e sono tuttora sotto processo) ed estorsione (per presunte pressioni esercitate su un dirigente della Banca Popolare di Bari), la Dda aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione.

Tra le altre condanne per voto di scambio politico-mafioso: 14 anni e 8 mesi a Radames Parisi, figlio del boss Savinuccio, anch’egli condannato a 11 anni insieme all’altro boss Eugenio Palermiti; 14 anni a Tommaso Lovreglio; 9 anni e 4 mesi per Michele de Tullio, 5 per Vuna Montani e 4 per Michele Nacci e Toni Massari.

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