Niente da fare per un ulteriore taglio dell’irpef: non ci sono risorse. La misura doveva essere finanziata tramite la seconda tranche del concordato preventivo biennale – che finora ha raccolto 1,3 miliardi – cifra lontana dai 2,5 miliardi necessari al provvedimento. Si vedrà eventualmente solo “dopo il consolidamento dei conti”.

Le scelte della maggioranza sugli aggiustamenti da apportare alla manovra è stata innanzitutto una mano tesa alle imprese, che con Confidustria propongono il taglio di cinque punti, dal 24 al 19%, dell’Ires per chi mantiene almeno il 70% di utili in azienda per investimenti o assunzioni. La Lega può rivendicare un passo avanti sulla flat tax, con l’innalzamento da 30 a 35mila euro del tetto di reddito da lavoro dipendente sotto il quale si può accedere alla flat tax per la parte di lavoro autonomo. Mentre mancato taglio dell’Irpef sul ceto medio, dal 35 al 33%, era reclamato da Forza Italia. In arrivo anche una tassazione agevolata al 5% per gli straordinari degli infermieri e degli specializzandi e l’esclusione dal blocco parziale del turn over per forze dell’ordine ed enti locali, rivendicate da Fratelli d’Italia.

A Palazzo Chigi per il vertice di maggioranza erano presenti oltre alla premier Meloni, i vice Salvini e Tajani, il leader di Nm Lupi, il ministro dell’Economia Giorgetti e il suo vice al Mef Maurizio Leo. L’ultimo vertice di coalizione sulla manovra sì era tenuto lo scorso 24 novembre a casa della premier, alla vigilia di una settimana difficile per la maggioranza, con lo scontro in Senato sul decreto fiscale e il governo battuto sul canone Rai per una contrapposizione tre FI e Lega. Oggi sono servite due ore per fare il punto sulle priorità della finanziaria, il cui esame entrerà nel vivo domani in commissione Bilancio alla Camera, per arrivare in Aula alla Camera a partire da lunedì prossimo.

Le opposizioni bocciano il testo. Il Pd chiede “un ripensamento radicale delle priorità”, fatto di “più risorse per sanità, pensioni, salari e servizi pubblici essenziali”. Il M5s parla di legge di bilancio “disastrosa, tutta tagli e tasse, che andrebbe semplicemente buttata e riscritta”.

Gli ‘aggiustamenti’ decisi dalla maggioranza si tradurranno in emendamenti del governo, ma sul tavolo restano ancora gli emendamenti parlamentari. Intanto con il veicolo del Milleproroghe il governo dà esecuzione ad alcune delle richieste della maggioranza, che non hanno trovato spazio nel decreto fiscale o nella manovra. Nel provvedimento c’è lo slittamento di 3 mesi – dal 31 dicembre di quest’anno al 31 marzo 2025 – dell’obbligo per le imprese di stipulare una polizza contro i danni derivanti da calamità naturali come terremoti, alluvioni e frane. E la proroga dello scudo erariale per gli amministratori. Mentre la Lega, uscita sconfitta nello scontro con Fi sul canone Rai, la spunta su un’altra battaglia storica: quella per l’annullamento delle multe da 100 euro per chi non ha ottemperato agli obblighi vaccinali al tempo della pandemia covid. Nel milleproroghe approvato in Cdm si prevede addirittura di rimborsare quanti le abbiano già pagate.

 

 

 

E’ iniziato a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri, all’ordine del giorno – tra le altre cose – il Milleproroghe. Prima della seduta si è tenuto un vertice, durato circa due ore, sulla manovra, presenti la premier Giorgia Meloni, i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi moderati Maurizio Lupi, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Al termine della seduta del Cdm Meloni presiederà una riunione sulla situazione in Siria con i ministri competenti.
 

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