Non è deceduta immediatamente, ma al termine di un’agonia, contrassegnata dalla sofferenza; sono state rilevate quattro ferite principali e sul collo sono state riscontrate delle lesioni.
E’ quanto emerge dall’esame autoptico eseguito sul cadavere di Martina Carbonaro, 14enne uccisa dall’ex fidanzato 19enne Alessio Tucci, reo confesso dell’omicidio avvenuto in un casolare abbandonato di Afragola, in provincia di Napoli.
A dire l’ultima parola però saranno gli esiti degli esami che sono stati eseguiti oggi: sul cranio sono state rilevate quattro ferite principali, sia sulla parte frontale del cranio che nella parte posteriore. Rilevata anche una vasta frattura cranica con emorragia.
In una combo il luogo, ad Afragola, dove è stata ritrovata morta Martina Carbonaro e l’ex fidanzato reo confesso Alessio Tucci (Ansa)
Gli accertamenti si sono svolti nell’ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania e sono stati eseguiti dal perito nominato dalla Procura di Napoli Nord, la dottoressa Raffaella Salvarezza, che in sostanza confermano quanto formulato dopo il primo esame esterno della salma, effettuato sul luogo del ritrovamento.
All’autopsia hanno presenziato anche i consulenti di parte: per la famiglia di Martina l’avvocato Sergio Pisani ha nominato i dottori Pietro Tarsitano e Omero Pinto. L’avvocato Mario Mangazzo, legale della famiglia Tucci, ha delegato il medico legale Antonio Palmieri.
Già dalla consulenza preliminare del medico legale era emerso un quadro diverso rispetto a quanto detto da Tucci che aveva spiegato che Martina non respirava più quando l’ha coperta di detriti nel casolare di Afragola.
Intanto Alessio Tucci, reo confesso dell’omicidio di Martina, è stato trasferito dal carcere napoletano di Poggioreale in un altro penitenziario della Regione. Motivi di sicurezza alla base della decisione. Accolta dunque la richiesta che era stata presentata dal suo legale, Mario Mangazzo.
Una personalità inquietante quella del 19enne secondo le dichiarazioni della procuratrice di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta che aveva spiegato come Tucci avrebbe agito con ‘crudeltà’. ‘Efferatezza’, ‘tranquillita’, ‘disinvoltura’ sono alcuni dei termini utilizzati nell’ordinanza. Il gip ha dunque motivato il provvedimento di custodia cautelare in carcere con “un pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie”.