
Raoul Bova ha scelto il palco di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia, per raccontare pubblicamente un momento particolarmente difficile della sua vita. Durante il panel dedicato a odio social, web reputation e deep fake, l’attore ha ripercorso la vicenda degli audio privati sottratti e diffusi la scorsa estate, diventati virali nel giro di poche ore.
“Ho subìto un’uccisione pubblica”, dice Bova, spiegando come quelle chat e quei vocali siano stati usati per ricatto e per ottenere visibilità. “Mi sono chiesto che cosa avessi fatto di così grave. Ho commesso errori, me ne pento, ma qualcuno ha deciso di usarli per distruggere pubblicamente un essere umano”.
L’attore racconta il momento in cui gli è stato chiesto denaro e la scelta di non cedere: “Se accetti una volta, cosa succede dopo?”. Una decisione che, afferma, ha avuto un prezzo altissimo: “Sono stato sbeffeggiato, deriso, reso virale per la frase ‘occhi spaccanti’”.
Bova parla anche del senso di isolamento vissuto in quei giorni: “Mi sono sentito completamente solo. Nessuno ha detto: ‘Blocchiamolo’, nonostante fosse già stato denunciato”. Da qui l’affondo più ampio: “Viviamo in una società che ha bisogno di vedere crollare qualcuno per sentirsi migliore. È una società malata”.