“Vi attendono ora nuove sfide che, ne sono certo, sarete pronti a superare stando uniti e preservando quella cultura e diversità che vi rendono unici. Così come sono certo che la nuova proprietà della banca non potrà prescindere dal valorizzare il vostro non comune patrimonio di professionalità”. Lo scrive l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, nella lettera di congedo dai dipendenti di Piazzetta Cuccia

“Ricordatevi di quanto scrisse Orazio: ”Graecia capta ferum victorem cepit”, scrive poi Nagel. Il riferimento alla conquista di Mediobanca da parte di Mps è traducibile con: “La Grecia conquistata conquistò il selvaggio vincitore”.

“Sono passati oltre 34 anni – aggiunge – da quando sono entrato in Banca ed oltre 22 da quando me ne è stata data la responsabilità. Un periodo molto lungo, nel quale abbiamo fatto insieme un percorso straordinario di crescita e rinnovamento ascrivibile interamente alla vostra capacità e senso di appartenenza”. 

Dopo aver ripercorso le tappe salienti dell’evoluzione della banca sotto la sua guida – come “utile” riflessione “su quanto è stato fatto per apprezzarne la portata e come stimolo su quanto potrà farsi” – Nagel ricorda come Mediobanca abbia “sempre investito in talento umano, triplicando il personale sino a raggiungere gli attuali 6.200 colleghi, a differenza di molti intermediari che hanno dovuto effettuare forti ristrutturazioni”, e abbia “distribuito agli azionisti circa 8,5 miliardi, senza mai fare aumenti di capitale” con un total shareholder return (rivalutazione azionaria più dividendi, ndr) del +500%”. 

Il tutto, aggiunge, “accompagnato da un altrettanto incisivo cambiamento dell’azionariato della banca: nel 2004 il 55% del capitale era racchiuso in un patto di sindacato ed il resto sul mercato” mentre “a metà del 2019, con la progressiva riduzione del patto di sindacato, peraltro trasformato in un accordo di consultazione, il capitale sul mercato è pressoché totalitario e Mediobanca una vera public company”. “Dal 2020 ad oggi si è assistito ad un ritorno dell’azionariato ‘stabile’ a discapito del mercato”. 

 

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