Priorità de-escalation e ritorno alla diplomazia. Giorgia Meloni segue l’evoluzione dell’attacco israeliano all’Iran dalle prime ore della mattina di ieri e, dopo il vertice coi ministri e l’intelligence, è impegnata in un lungo pomeriggio di telefonate, che inizia con Donald Trump, Ursula von der Leyen e Friedrich Merz, e si conclude con il colloquio con Benjamin Netanyahu. A tutti gli interlocutori, la presidente del Consiglio, esprime la disponibilità dell’Italia a intraprendere ogni azione che possa favorire “una soluzione diplomatica”, come già fatto con le due tornate negoziali tra Iran e Stati Uniti, che si sono tenute a Roma.
Nel corso del colloquio con il premier israeliano, Meloni “condivide la necessità di assicurare che l’Iran non possa in alcun caso dotarsi dell’arma nucleare, auspicando al contempo che gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per giungere ad un accordo possano ancora avere successo”.
A Netanyahu, viene sottolineato, la premier ribadisce ancora una volta l’urgenza di garantire l’accesso dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile della Striscia di Gaza. Nel corso della giornata, la premier ha contatti telefonici anche con il principe ereditario dell’Arabia Saudita, il re di Giordania; il sultano dell’Oman, confrontandosi su come lavorare insieme per favorire una soluzione diplomatica.
Ma l’altro tema che preme il governo è la sicurezza dei cittadini e dei militari italiani. “Sono circa 450 i connazionali residenti in Iran, sono stati tutti contattati dall’ambasciata e non ci sono preoccupazioni particolari, tranne la situazione generale”, assicura Tajani.