Sharon Verzeni chiama il 118 e non dice – come era originariamente filtrato dalle indagini – “Mi hanno accoltellato”, ma ai soccorritori, alle 00.52 appena prima di morire, dice: “Mi ha accoltellato”, e si aprono le ipotesi sul fatto che forse, la 33enne conosceva il suo (o la sua) assassina.
“Mi ha accoltellato”
E’ un dato da maneggiare con rigore e cautela: potrebbe essersi espressa al singolare perché aggredita da uno sconosciuto che ha visto bene, oppure senza una ragione precisa in un momento in cui era stata ferita gravemente.
Sharon Verzeni 30 luglio 2024 (Ansa)
funerali di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa in strada a Terno d’Isola, Bottanuco nel Bergamasco, 3 agosto 2024 (Ansa)
funerali di Sharon Verzeni (tg1)
Ma questa frase sembra dare più forza allo scenario di un legame con l’omicida, sostenuto dalla modalità del delitto: quelle coltellate sferrate con un coltello probabilmente da cucina (è la tesi emersa dall’autopsia sul corpo), che sono dei segnali chiari spesso, di modalità “passionali“, compulsive, e nelle statistiche, spesso legate ai femminicidi e dalla volontà precisa di uccidere manifestata dai killer.
I 15′ di sopralluogo
Il compagno di Sharon Verzeni è stato convocato ieri mattina al comando dei carabinieri di Bergamo per la terza volta da quando è stata uccisa in strada a coltellate la compagna trentatreenne, la notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi a Terno d’Isola. Un sopralluogo di meno di quindici minuti, con i carabinieri che ‘sapevano già cosa prendere’, come ha spiegato lo stesso Sergio Ruocco che li ha accompagnati quale ‘proprietario di casa’ e che non è indagato.
Non si sa cos’abbiano preso, è ovviamente coperto dal segreto istruttorio.
“Sono cose riservate”
Sergio Ruocco, arrivando poi alla casa dei genitori di Sharon a Bottanuco, dove in pratica vive dall’indomani del delitto perché la loro casa appunto di via Merelli a Terno è sotto sequestro, si è limitato a spiegare ai cronisti presenti: “Non vi posso dire cosa hanno prelevato, sono cose riservate.
Comunque non hanno preso i pc di Sharon: sapevano già cosa prendere”.
Sentiti colleghi di lavoro di Sharon nel bar di Brembate
Nel frattempo sono proseguiti al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo gli interrogatori. Nel pomeriggio di ieri i carabinieri hanno convocato in caserma anche alcuni colleghi di lavoro di Sharon, che da un anno faceva la barista in un locale di Brembate, il ‘Vanilla Food’. Sono stati sentiti come persone informate sui fatti, proprio com’è accaduto anche per i genitori di Sharon, lo stesso compagno Sergio Ruocco per due volte (prima della terza convocazione ma senza interrogatorio, di oggi), i genitori di quest’ultimo e altri familiari della donna uccisa (la sorella, il fratello e il cognato).