Molestie aggravate e concussione. Sono le ipotesi di reato, con cui la procura della Repubblica di Roma, ha iscritto sul registro degli indagati, G.C., l’agente della Polizia Locale di Roma Capitale, finito alla ribalta mediatica, su diversi quotidiani e tv nazionali, dopo aver chiesto il numero di telefono a due automobiliste in cambio dell’annullamento della multa per divieto di sosta.
L’appartenente al corpo della Polizia Locale di Roma Capitale, in servizio al I Gruppo Prati avrebbe, secondo la denuncia presentata da Flavia Restivo, attivista politica e femminista, e da un’altra presunta vittima, le avrebbe anche molestate. Il sostituto procuratore, Francesco Marinaro, secondo quanto apprende l’agenzia di stampa LaPresse, ha emesso anche un decreto di perquisizione, locale, personale e telematica, nei confronti del presunto vigile molestatore.
La perquisizione è stata eseguita il 4 giugno scorso, presso l’abitazione del vigile urbano, l’autovettura e l’ufficio. Gli investigatori hanno sequestrato i dispositivi mobili dell’indagato, cellulare e pc e materiale definito interessante su quale però viene mantenuto il più stretto riserbo.
L’indagine interna, delegata alla stessa polizia Locale di Roma Capitale, è stata estesa anche ad altri ambiti e sono state ascoltate, in qualità di persone informate sui fatti, decine di persone, tra cui titolari di esercizi commerciali della zona Prati e intorno al Vaticano. Il caso in questione è stato affrontato anche dalla trasmissione televisiva ‘Le Iene’. Secondo chi indaga, le presunte vittime del catcalling da parte del vigile urbano sarebbero molte.
Polizia Roma Capitale (Getty)