Il Monte dei Paschi di Siena cambia strategia per l’ operazione di acquisizione su Mediobanca, trasformando l’Ops (offerta pubblica di scambio) in una vera e propria Opas (offerta pubblica di acquisto e scambio) e ha annunciato di introdurre una componente in contanti di 0,9 euro per azione, portando così l’esborso complessivo a circa 750 milioni di euro. 

Dopo il rilancio, il titolo dell’istituto senese ha ceduto in Borsa (-1,6%) e trascinato quello di Mediobanca.

 

Il rilancio del corrispettivo in denaro

Il rilancio in denaro punta a superare lo sconto di circa 640 milioni che penalizzava l’offerta iniziale, rendendola più appetibile e la combinazione di azioni e denaro determina un’offerta complessiva superiore al valore corrente delle azioni Mediobanca. 

L’offerta assegna alle azioni Mediobanca una valorizzazione pari a 16,334 euro, che incorpora un premio dell’11,4% rispetto al prezzo di riferimento di 14,667 euro del 23 gennaio (al netto dell’acconto dividendo). 

Il Cda di Mps “E’ fermamente convinto che l’incremento del corrispettivo rappresenti un’ulteriore e concreta testimonianza del valore industriale dell’operazione e dell’attenzione dell’offerente nei confronti del mercato, con l’obiettivo di massimizzare le adesioni all’offerta ed accelerare la creazione di valore“.

Mps rinuncia alla soglia del 66,67%

L’offerta si concluderà l’8 settembre, con una finestra di riapertura tra il 16 e il 22 settembre per eventuali adesioni tardive e il Monte dei Paschi, per essere più competitivo, ha anche rinunciato alla soglia di adesione dell’offerta del 66,67% inizialmente prevista per l’efficacia dell’offerta. Quella del 35%, è invece considerata il minimo per dare avvio all’operazione. 

Fronte favorevoli e contrari

Il fronte contrario all’Ops si è sgretolato nel tempo e si sono aperti nuovi scenari e Mps ha trovato l’appoggio degli azionisti principali, Delfin e Caltagirone, con quasi il 30% del capitale.

Con il rilancio ora la banca spera anche di coinvolgere altri investitori istituzionali – titolari di circa il 12% di Mediobanca – come Enasarco, Enpam, Cassa Forense, Edizione Holding della famiglia Benetton, UniCredit, Amundi, Anima e Tages, sperando di poter arrivare a sfiorare il 40% del capitale.

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