Grande soddisfazione della premier, Giorgia Meloni, per l’upgrade di Moody’s sull’Italia: “Un risultato importante che non avveniva da 23 anni”. In una dichiarazione rilasciata da Johannesburg, in vista del G20, la Presidente del Consiglio ha affermato: “Questo riconoscimento premia il lavoro serio e responsabile del nostro governo, frutto di scelte coerenti sui conti e di riforme strutturali, ma anche il lavoro e l’impegno delle nostre imprese e dei nostri lavoratori. Desidero ringraziare – aggiunge – in particolare il ministro Giancarlo Giorgetti per lo sforzo costante e scrupoloso nella gestione dei conti. La promozione di Moody’s è una conferma della fiducia dei mercati non solo nel governo, ma nell’Italia tutta”.
Dichiarazioni in sintonia con quelle del ministro dell’economia e delle finanze: “Siamo soddisfatti della promozione di Moodys, la prima dopo 23 anni. Un’ulteriore conferma della ritrovata fiducia in questo governo e dunque nell’Italia”.
Moody’s (Michael Nagle/Bloomberg via Getty Images)
Moody’s ha elevato il rating sovrano dell’Italia da Baa3 a Baa2. L’outlook stabile, sottolinea l’agenzia di rating, riflette “un equilibrio tra i punti di forza e le criticità del merito di credito dell’Italia. Da un lato, le riforme volte a migliorare l’efficienza del settore pubblico e l’ambiente imprenditoriale nel suo complesso potrebbero determinare un miglioramento più significativo delle prospettive di crescita dell’Italia, con effetti positivi sui conti pubblici. Dall’altro lato, la riduzione dell’elevato debito italiano dipende da una crescita del Pil relativamente robusta e da un aumento degli avanzi primari. Ciò significa che una crescita più lenta o un risanamento dei conti pubblici meno accentuato rispetto alle nostre attuali previsioni comprometterebbero le nostre stime di un debito in diminuzione”.
L’Italia, sottolinea Moody’s, “sta compiendo buoni progressi nel raggiungimento delle milestone e degli obiettivi del Pnrr, risultando il Paese dell’Ue più avanzato in termini di numero di richieste di pagamento e di erogazioni. Prevediamo che l’Italia sarà in grado di fare pieno uso dei fondi assegnati, pari a un totale di 194,4 miliardi di euro (9,1% del pil nel 2023), di cui 71,8 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Sebbene l’allocazione dei fondi sia stata rallentata da limiti di capacità e colli di bottiglia nell’assorbimento, posticipando l’impatto positivo sulla crescita rispetto alle stime iniziali, gli investimenti pubblici sono aumentati negli ultimi anni”. Il settore bancario “robusto, i solidi bilanci del settore privato e la buona posizione esterna rappresentano ulteriori fattori di sostegno alla stabilità economica”, aggiunge ancora l’agenzia di rating. “Questi elementi positivi mitigano, ma difficilmente compenseranno completamente, l’impatto negativo sulla crescita potenziale derivante dall’invecchiamento della popolazione”.
Moody’s punta su un rapporto debito/pil “appena superiore al 130% entro il 2034”, partendo da una nostra stima del 136,5% per il 2025.
