La morte di Camilla riporta alla cronaca una droga ormai considerata ‘vintage’, ma che invece non ha mai smesso di mietere vittime.
“Il funerale dell’eroina è stato celebrato troppo presto” dice oggi alTg3 Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, Agenzia Nazionale di Croce Rossa Italiana per le dipendenze patologiche.
Della stessa idea è Riccardo Gatti, medico specialista in psichiatria e psicoterapeuta, che all’Adnkronos dice: “È finito Sanremo e si ritorna alla realtà. Muore una giovane ragazza, forse per una overdose da eroina (ma aspetterei prudentemente l’esito degli accertamenti in corso), e le cronache si riempiono di titoli allarmati sul ritorno dell’eroina. E siccome i titoli saranno anche roboanti, ma non sono a caso, significa che collettivamente pensiamo che il problema eroina si sia risolto ed ora stia tornando. Questo fa notizia. Ma è una falsa notizia. L’eroina continua ad essere venduta e comprata, come sempre. Ciò che è silenziosamente cambiato è l’atteggiamento della società nei confronti dei consumi di droga, ormai trasformati in una scelta personale, a volte condivisa a volte ignorata, basta che non dia fastidio, basta che sia lontana dagli occhi e dal cuore“.
La riflessione all’Adnkronos Salute, di Riccardo Gatti, medico specialista in psichiatria e psicoterapeuta, da anni al lavoro sul tema delle sostanze psicoattive, delle dipendenze e delle dinamiche che portano al consumo, arriva a ridosso della morte a Roma della 25enne Camilla Sanvoisin, per la quale si sospetta un’overdose di eroina.
Ormai, commenta Gatti, “ciò che preoccupa, al più, è lo spaccio a cielo aperto: quando si concentra disturbando l’ordine e la sicurezza, basta spostarlo, assieme ai suoi clienti. Il concetto di droga ‘pericolo pubblico numero 1’, come diceva Nixon”, che fu presidente degli Usa “negli anni ’70, è stato dimenticato e le droghe si sono diffuse in un mass-market che sa accontentare tipologie di clienti diversi, con sostanze differenti. Un mass-market insidioso, perché diffuso, e che gradualmente prosciuga le risorse dei cittadini per permettere alla criminalità di reinvestirle, impadronendosi della società civile”.
Ci sono diversi modi di morire di droga
“Ogni tanto qualcuno muore – incalza Riccardo Gatti – in decine di migliaia si rovinano e soffrono fisicamente e mentalmente, pensando di gestire la situazione, di usare additivi che migliorano la vita, procurandosi piacere. E c’è anche il rischio che arrivino mix di sostanze che faranno rimpiangere le droghe di una volta: anche qui notizie, allarmi e titoli che fanno dimenticare ciò che già circola e si diffonde. Ci sono molti modi di morirne, anche psichicamente, ma questo non fa notizia”.
“Siamo in pericolo? Si lo siamo”, assicura l’esperto. “Il mondo è cambiato, gli scenari della diffusione di droghe sono cambiati e cambiano sempre più velocemente e sono sempre più insidiosi, ma noi siamo fermi mentalmente al secolo scorso che pensiamo, giustamente, sia passato. Si muore ancora di eroina? Ma dai, come è possibile? Non sta tornando l’eroina, o forse sì, chissà. Ma certi fatti dovrebbero aiutarci a guardare la realtà per ciò che è. L’uso di droghe – conclude Gatti – è un pericolo reale e c’è chi, per interesse, fa di tutto per farcelo dimenticare e per distrarci con mille parole e concetti, con la proposta di soluzioni semplici, quanto impraticabili. Facciamo a sufficienza per evitarlo? Chiediamocelo, diamoci delle risposte, e agiamo di conseguenza, senza mentire a noi stessi”.
I numeri della droga in Italia
In 90mila in Italia vanno in un Sert (Servizio di tossicodipendenza) per disintossicarsi con il metadone, altri 12mila sono nelle comunità, poi ci sono quelli che alle cure non arriva mai: solo a Roma, secondo le statistiche ufficiali (sicuramente in difetto) sono morte oltre 200 persone di overdose in 10 anni.
La Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, presentata il 25 giugno 2024, riporta uno scenario preoccupante.
La diffusione e del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia è caratterizzato, nel 2023 (anno di riferimento della maggior parte dei dati contenuti nella Relazione), da trend in aumento: in particolare, si conferma la crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani tra i 15 e i 19 anni rispetto all’anno precedente: quasi 960mila, pari al 39% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza illegale almeno una volta nella vita e oltre 680mila (28%) nel corso dell’ultimo anno. Le percentuali di studenti che riferiscono di aver usato almeno una volta nel corso dell’anno sono: cocaina dall’1,8% al 2,2%, stimolanti dal 2,1% al 2,9%, allucinogeni dall’1,6% al 2% e Nuove sostanze psicoattive dal 5,8% al 6,4%. La cannabis rimane la sostanza più usata dai giovani, ma vede una diminuzione della prevalenza rispetto al 2022 (22,2% contro il 23,7%).