Violenze, offese, vessazioni. Tutta la famiglia di Marta Maria Ohryzko viveva in un clima di paura. E proprio per questo motivo nessuno aveva denunciato Ilia Batrakov, temendo che il russo potesse vendicarsi. Lo aveva raccontato agli inquirenti la sorella della donna ucraina, morta dopo una lunga agonia, in seguito alla caduta in un dirupo a pochi passi dalla roulotte in cui viveva con il compagno, a Barano, sull’isola d’Ischia. Il gip di Napoli a luglio aveva convalidato il fermo, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, aggravati dalla crudeltà e dall’aver commesso il fatto ai danni di una persona con problemi psichici. 

Condividere.
Exit mobile version