La terribile, lunga agonia di Marta Maria Ohryzko e le ripetute richieste d’aiuto, suppliche ignorate dal compagno, ora, quasi un anno dopo, accusato di omicidio volontario. La cronaca della morte di Marta, la donna ucraina di 32 anni trovata senza vita a Ischia dai carabinieri di Barano, nella zona del Vatoliere, a metà luglio del 2024
Morì in un dirupo a Ischia, svolta nelle indagini: “Fu un femminicidio”, Maria è stata soffocata
La scarpata e la roulotte dove abitava con il convivente
La scarpata dove fu trovato il corpo si trovava vicino alla roulotte in cui abitava con il convivente, che poi aveva avvisato le forze dell’ordine. L’uomo, un 40enne nato in Russia, fu sottoposto a fermo dai carabinieri e dalla Procura di Napoli (la IV sezione, fasce deboli) con l’accusa di maltrattamenti contestati nella forma più afflittiva, quella che prevede la morte e una condanna tra 12 e 24 anni di carcere. Non era – allora – ancora chiaro come la povera Marta Maria fosse finita in quel dirupo.
Marta Maria Ohryzko (facebook)
Una cosa però fu certa sin dalle prime ricostruzioni: malgrado fosse ferita, per ore e ore aveva chiesto aiuto e perdono via cellulare al compagno russo, fino a sera, senza riuscire a risvegliarne la pietà. Secondo quanto emerso dall’analisi delle conversazioni sui cellulari, tradotte dal cirillico, era ormai acclarato che lui sapesse dove si trovava.
Ma non mosse un dito per aiutarla. Aveva chiamato i carabinieri ma aveva anche cancellato le chat su WhatsApp, che poi l’avrebbero inchiodato.

Whatsapp, Signal e Telegram (Ansa)
Chi era Marta Maria Ohryzko
La storia della fragile Marta Maria è di quelle che mettono i brividi. E non solo per l’epilogo: abuso di alcol, aggressioni, maltrattamenti, minacce (non solo nei suoi confronti), pugni, schiaffi e bruciature. Violenze, solo in parte denunciate, che andavano avanti da un paio di anni. E quando ha preso il coraggio a due mani per presentare denuncia, alla fine si è fermata, proteggendo il compagno russo che verosimilmente odiava la nazione della compagna (“ucraini di m… che devono morire”).

Marta Maria Ohryzko (ansa)
“Perdonami per tutto, aiutami”
Il primo messaggio d’aiuto, “sono caduta”, è delle 15,45 di sabato. L’ultimo alle 19,33. “Perdonami per tutto… aiutami per favore ad alzarmi… con questo mi salvi”. Poi ci sono due telefonate, in serata: alle 21,17, di ben 5 minuti, a cui c’è stata una risposta, e l’ultima alle 21,24, questa senza risposta.

Città di Ischia, Napoli (GettyImages)
A quei messaggi d’aiuto inascoltati seguirà il ritrovamento del cadavere, il resto, è cronaca: con l’inchiesta e l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato a carico dell’ex compagno.

Ischia (Pixabay)