La Procura della repubblica di Padova ha aperto un fascicolo d’indagine, con l’ipotesi di omicidio colposo, per la morte di Italia Salvagnini Luxardo, detta “Pupa”, 82 anni, caduta in una piscina dell’hotel termale “Ermitage Bel Air Medical” di Teolo (Padova) il 23 novembre scorso.

Dall’autopsia – scrivono oggi i quotidiani locali – è infatti emerso che la donna, erede della dinastia a capo dell’omonima azienda di liquori, sarebbe morta per annegamento, e non a causa di un malore, dopo essere caduta nella piscina.

Tre persone sono iscritte registro degli indagati: la badante della donna, il bagnino e il titolare della struttura termale. Secondo quanto accertato, l’anziana aveva la necessità di avere assistenza costante, quindi è da accertare perché fosse finita in acqua, e perché al momento dell’annegamento non fosse presente il bagnino. I frequentatori della piscina erano intervenuti dopo averla vista in difficoltà in acqua, nell’area degli idromassaggi, trascinandola poi a bordo piscina e infine all’asciutto. Nonostante l’intervento del Suem 118, l’82enne era morta poco dopo.

Da due settimane Pupa Luxardo risiedeva nell’hotel euganeo per seguire un percorso di riabilitazione dopo un ictus che l’aveva colpita in agosto. Questa condizione aveva portato all’ipotesi del malore come causa della morte, ma l’autopsia, effettuata il 29 novembre scorso, ha accertato la presenza di acqua nei polmoni, con decesso per annegamento. I tre indagati da parte del sostituto procuratore Sergio Dini potrebbero avere responsabilità nell’incidente, soprattutto per la mancata sorveglianza. Oltre alla badante e al bagnino, la responsabilità potrebbe essere estesa al titolare della struttura, in caso di mancato rispetto delle norme di sicurezza. La Procura euganea attende una relazione del consulente tecnico, che dovrà ricostruire la dinamica dell’incidente.

I Carabinieri di Teolo hanno raccolto le testimonianze di altri clienti che erano presenti e il personale della struttura termale. Italia Salvagnini Luxardo abitava a Padova e apparteneva alla famiglia che fondò nel 1821 a Zara, in Dalmazia, la distilleria famosa in tutto il mondo per il Maraschino, azienda che poi, in seguito alle persecuzioni del regime di Tito, emigrò a Padova e quindi a Torreglia (Padova).

Condividere.
Exit mobile version